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Interstellar

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Interstellar

di giorgiobarbarotta
9 stelle

Interstellar, alias il coraggio di un autore. Nolan riesce dove pochi osano ai nostri giorni: usa dispiegamenti e risorse main stream con un'idea di cinema del tutto personale. Si avvale di un cast hollywoodiano, piegandolo alle esigenze della sua scrittura. Rompe il dominio della computer graphic e ritorna al mezzo cinematografico puro. Esce dalle mode, dall'abuso degli effetti speciali come elemento di richiamo e spettacolarità. Riporta concetti, contenuti e narrativa al centro dello schermo. Personalità e audacia. Non è esente da qualche lieve passaggio a vuoto, lungaggine e eccessiva macchinosità di racconto ma averne di registi così. La storia è intrigante, pensante, avvincente. Si svolge su diversi spazi temporali, in dimensioni parallele, gioca con i rimandi al nobile repertorio della fantascienza doc, mescola le carte, le attualizza e ci riconduce ad uno stile, che il regista britannico classe '70 ha saputo costruirsi con grande coerenza, passando attraverso la porta principale della cinematografia mondiale, blockbuster compresi. C'è una visione ambientalista, attualissima, non retorica. Una presa di coscienza dei problemi di fame, sovrappopolamento e sfruttamento delle risorse a livello globale. C'è la crisi dell'egemonia tecnologica, della cultura di oggi. Il Sistema si ripensa, e gli investimenti scientifici votati a robotica e astronautica divengono clandestini, in primis la Nasa, simbolo assoluto. Lo Stato ripudia tutto ciò che non è improntato all'agricoltura, alla produzione di beni primari, addirittura lo nega. C'è una natura ribelle, malata, al confine con l'apocalisse, mai dichiaratamente da film catastrofico, sempre al confine, latente, quindi ancor più inquietante perché contemporanea. Ci sono i legami di sangue e le presenze "altre", forse soprannaturali, forse aliene, forse no. C'è l'eroe al centro della scena, classico, dal nome che è omaggio ai grandi del passato, Cooper, sorta di dichiarazione programmatica. C'è lo spazio, quello infinito, ovattato, silenzioso, immobile, tremendo. Ci sono navicelle spaziali, tute e caschi a difenderci dal nulla, pianeti lontani, paesaggi inospitali, speranza di luoghi forse un giorno abitabili, succedanei di una Terra in agonia. Ci sono buchi neri, salti nel buio, domande esistenziali, promesse, sentimenti e slanci al di là del raziocinante, a ricordarci che l'uomo è cuore pulsante, oltre che sublime intelletto. Ci sono ambizioni, inganni, menzogne, responsabilità, voglia di riscatto, senso del dovere. Dentro e fuori dalla gravità, dentro e fuori da secondi preziosi che passano o si inceppano, da minuti, ore, anni, vite, separati solo da scaffali di libri, da cabine di comando, da schermi, al di là dei quali ci siamo sempre noi, comuni meravigliosi mortali. Interstellar non è solo un'affascinante clessidra che gira continuamente su se stessa; è un film nodale, di cui in futuro si parlerà molto.

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