Regia di Michael Winner vedi scheda film
Film di spionaggio di stampo classico dalle due facce: 80 minuti di studio lento e verboso seppur interessante nei contenuti di fondo, e 30 minuti finali di grandissimo cinema.
Film di spionaggio di stampo classico costruito però in maniera piuttosto sbilanciata da Michael Winner. Sbilanciata perché i primi 80-90 minuti del film (vale a dire i ¾ dell'opera) sembrano esser stati messi lì a mo' di introduzione per la straordinaria resa dei conti finale. Intendiamoci, anche la prima parte ha del buono, con una sorta di studio antropologico della figura della spia (di entrambi i bandi) interessante e per nulla banale seppur a tratti molto lenta e verbosa, ma la proporzione in termini di minutaggio proprio non va. Resta inoltre la rappresentazione assai stereotipata dei vari agenti di contorno (basicamente tutti idioti nel pensare nonché pessimi tiratori con la pistola), quasi a voler dire che la minuziosità dedicata allo studio dei personaggi principali può poi essere controbilanciata dalla superficialità nel dipingere quelli secondari. L'ultima mezz'ora è però davvero grande cinema. Affilato come un rasoio per quel che riguarda il crescendo della tensione e per nulla disposto a fare concessione alcuna ai dettami del cinema mainstream hollywoodiano.
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