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La regola del gioco

Regia di Michael Cuesta vedi scheda film

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La recensione su La regola del gioco

di mc 5
10 stelle

Quando ormai me la vedevo grigia, tra i dinosauri del cazzo e i bimbiminkia horror, pochi giorni or sono ho scoperto quel gioiellino di "Teneramente Folle" con un grandioso Mark Ruffalo e una bellabellabella Zoe Saldana. Ma se quello era un gioiellino allora questo cos'è se non un gioiellone gigante? Ragazzi che bomba di film!! Teso e vibrante come uno non se lo può immaginare senza averlo visto. Un film palpitante e appassionante come non mi capitava da tempo. E posso spingermi al punto di affermare che è il film straniero più bello che ho visto nella prima metà di questo 2015. Sarebbe fin troppo ovvio richiamare alla mente i film "investigativi-ciivili" di cui è perfino superfluo fare i nomi, quelli degli anni 70, quelli con Dustin Hoffman e soprattutto col grandissimo (ancor oggi) Robert Redford. Eppure c'è qualcosa che non torna in questa comparazione, io almeno ho percepito un "clima" nella vicenda completamente diverso. E non potrebbe essere altrimenti, visto che è ambientato nel 1996, quindi poco vintage e molta aria di attualità. Prima di entrare nel vivo, temo di dimenticarmi una fantastica colonna sonora che va dai Clash ai Pearl Jam passando per i Social Distortion (non male eh?). La vicenda (vera, verissima) è quella di Gary Webb, reporter di un giornale medio-piccolo che mette le mani su uno scoop formidabile: la partecipazione "nascosta" della CIA e quindi del governo USA ad un progetto che sortirà come primario effetto quello del diffondersi in America del famigerato crack, attraverso un meccanismo che prevede (e son cose accertate, non fantasie politiche) la fornitura da parte USA di armi e mezzi ai ribelli anticomunisti del Nicaragua (i famosi Contras). E qui chiedo scusa ma devo citare da Wikipedia, giusto per inquadrare storicamente lo sfondo reale del film.
"L'azione dei Contras si caratterizzava principalmente per attacchi contro obiettivi cosiddetti "morbidi" (strutture civili indifese quali fattorie, ospedali, chiese), massacri indiscriminati contro civili, torture, stupri; come emerso dalla ricerca "Dark Alliance" del giornalista statunitense Gary Webb i Contras si autofinanziavano mediante il traffico di droga con l'appoggio della Central Intelligence Agency.
La guerriglia dei contras fu sostenuta e finanziata dagli Stati Uniti, soprattutto durante l’amministrazione Reagan, tramite il denaro derivante dalla vendita di armi all'Iran, all'epoca in guerra con l'Iraq (Irangate). Quando questo denaro non fu più sufficiente, i governi Reagan e Bush ricorsero anche a finanziamenti privati, all'aiuto di aziende e fondazioni, nonché a operazioni finanziarie illegali. La CIA organizzò missioni militari dirette sul suolo nicaraguense, mentre i sovietici allestivano rifornimenti attraverso l'Honduras, tra cui il petrolio, diretti ai sandinisti."
Voi immaginatevi cosa può aver scatenato in una redazione modesta uno "scoperchiamento" di tale portata. Allora. Prima il direttore e i suoi collaboratori si complimentano dello scoop di Gary e ne vanno orgogliosi. Ma molto presto (come si può facilmente immaginare) cominciano i guai, e anche seri. La Cia si mette in moto scandagliando ora per ora tutta la vita passata e presente di Webb, lo pedinano, lo seguono, lo spiano. E (ovviamente!) ecco puntuale la Macchina Del Fango, che mette nel suo tritacarne anche un doloroso ma brevissimo episodio di infedeltà coniugale da parte di Webb risalente ad alcuni anni prima. Insomma,le "alte sfere" lavorano ai fianchi il nostro Webb per indurlo a rinunciare alla sua indagine. E quel che è grave è che perfino il suo direttore e i suoi colleghi redattori si pigliano paura e anche loro gli chiedono di abbandonare la faccenda. Ma la partenza c'è già stata, perchè la prima fase dell'inchiesta è stata diffusa in rete. E allora diventa difficile convincere Webb a mettersi a cuccia (lui giustamente non ne vuole sapere di vedersi censurare nemmeno una virgola). Ed ecco che la Cia passa al gioco duro. Webb, sfinito e abbattuto, è costretto a licenziarsi dal giornale. E qui siamo alla fine. Ovviamente non rivelerò il finale (anche se -essendo storia vera- in rete c'è una vasta documentazione di come sono andate le cose). Dirò solo una cosa: in questa vicenda è inutile cercare un lieto fine. Non c'è una morale, o forse sì. Che le Grandi Potenze fanno quello che conviene loro e soprattutto lo fanno volando sopra le teste dei cittadini. I quali possono ben poco, d'accordo, ma se personalità come quella di Gary Webb si dovessero moltiplicare, sarebbe un primo passo verso un mondo migliore. Il regista ha attribuito al film una tensione fortissima che inchioda lo spettatore e lo appassiona. il cast è perfetto, anche nei ruoli di contorno. Jeremy Renner se non è da oscar ci manca poco, offrendo una prestazione di livello immenso. Intorno a lui ruotano professionisti eccellenti, da Barry Pepper a Michael Sheen, da Andy Garcia a Ray Liotta. Non potete perdervi questo film.

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