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Schiavo della furia

Regia di Anthony Mann vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Schiavo della furia

di Baliverna
10 stelle

CONTIENE ANTICIPAZIONI - E' un noir duro e puro, senza difetti, e ingiustamente poco noto. Anthony Mann, conosciuto soprattutto come regista di grandi western, iniziò girando grandi film come questo. Allo scopo si serve di un terzetto di attori semisconosciuti ma bravi (chi conosce il protagonista me lo dica), e ben calati nei personaggi. Questi sono definiti con cura e interessanti. La sceneggiatura presta molta attenzione alle due donne e alle loro dinamiche sentimentali: l'una perdutamente (e disperatamente) innamorata del fuggiasco, l'altra in pericolosa competizione con lei nel contendersi l'amore dell'uomo. Non è facile stabilire che cosa causi il cambio dell'atteggiamento di quest'ultima da ostile a innamorata; forse è il racconto dell'infanzia difficile di lui. Resta il fatto che mentre prima è spaventata da certe sue espressioni di cattiveria e di odio, poi le mette da parte perché resta affascinata dalla parte buona di lui, che pure c'è. Interessante anche il personaggio dell'uxoricida inseguito dalla polizia.
Ci sono tutti i tipici elementi del noir: il triangolo sentimentale, la polizia che bracca i personaggi, l'ambiente della malavita, il destino di morte che stende la sua ombra sull'eroe, l'ambientazione notturna e la nebbia. Una curiosità è che non sappiamo a che azione criminosa abbia partecipato il protagonista: si dice solo che è finito in galera perché il boss l'ha tradito, il quale ha anche con lui 50.000 dollari di debito. Questa indeterminatezza però aggiunge fascino alla storia. Raymond Burr è un vero cattivo senza redenzione.
Anthony Mann dirige con grande fermezza e sfoggia diverse belle idee di regia; la suspense non molla fino alla fine. Perché non ci sono più registi così?

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