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Ida

Regia di Pawel Pawlikowski vedi scheda film

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La recensione su Ida

di fratellicapone
5 stelle

...in una cupa Polonia degli anni '60 una giovane novizia, prima di rinchiudersi in convento, cera di ricostruire la storia della sua famiglia...

Nella Polonia della seconda metà degli anni ’60, datazione fatta dalla colonna sonora che contiene 24mila baci e I found my love in Portofino, una novizia prossima a prendere i voti viene mandata dalla superiora al suo paese di orgine a conoscere una zia (Wanda) che potrà darle notizia dei suoi genitori. Inizia un lubgo viaggio, che più o meno durerà tutto il film prima alla ricerca di Wanda e poi, con lei, alla ricerca del luogo di sepoltura dei genitori. Wanda sotto il regime comunista era stato un giudice importante per il partito ed è stato lo strumento per difendere l’ortodossia comunista mandando in prigine o a morte i dissidenti. Ida troverà una donna in crisi, sola, con un erotismo che le fa cercare incontri occasionali. Le due donne sono due mondi opposti, silenziosa e granitica nella sua fede Ida e piena di vita anche fino a dissiparla Wanda. La zia in qualche modo è intrigata dalla giovane nipote e dalle sue certezze. Inizia un viaggio in macchna in giro per la Polonia e verranno fuori tutti i drammi del passato. I geitori e il fratello uccisi dai polacchi perché ebrei e sepolti in un bosco e  Ida bambina affidata alle suore. Questi omicidi erano perpretati perché le vittime erano ebrei dagli stessi polacchi. Ci sarà alla fine un piccolo deragliamento di Ida che si concede una notte di sesso con un giovane jazzista e poi ritorna al convebto.

E’ uno strano film, dai dialoghi rarefatti, ottimamente interpretato da Wanda mentre Ida mi sembra un’attrice monocorde e assai poco comunicativa.

L’aspetto che più mi è piaciuto del film, ma sicuramente non basta a farne un buon film, è la fotografia in un b/n, talora sovraesposto e lattiginoso,che ben si adatta a rappresentare il cupo e povero ambiente in cui si svolge la storia. Le inquadrature, quasi sempre molto statiche, soprattutto negli interni, spesso hanno uno strano taglio con i due soggetti collocati in posizione inusuale rispetto alla composizione della scena. Sembrano tante foto ben scattate di un vecchio album che evidenziano tutto il tempo passato e quel mondo finito.

In conclusione un film lento, modesto e, tutto sommato, la vicenda della novizia e i suoi turbamentia non mi sembra un elemento sufficiente a farci sopra un film. Un plauso all’autore della fotografia che mi ha fatto rivivere i tempi delle macchine analogiche e della camera oscura in cui ho passato ore indimenticabili.

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