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Arrivederci ragazzi

Regia di Louis Malle vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Arrivederci ragazzi

di angelina
10 stelle


"Sapevo che un giorno o l'altro avrei raccontato questa storia,ma non subito:avevo ancora bisogno di tempo.Durante le riprese di Alamo Bay,incominciai ad annotare delle idee e capii che il momento era giunto.Ero spaventato,perchè era talmente importante per me...era il mio punto di riferimento fondamentale,l'evento più siginificativo della mia infanzia e forse di tutta la mia vita."
Philip Frech,"Louis Malle:il mio cinema"

Francia,gennaio 1944.Julien Quentin (Gaspard Manesse) e il fratello maggiore François (Stanislas Carré de Malberg) sono convittori nel collegio dei carmelitani di Saint-Croix.
Il padre,figura poco presente in famiglia,si occupa solo dei suoi affari a Parigi,mentre la madre cerca di colmare le distanze scrivendo lettere tenere e affettuose al più piccolo,che soffre molto il loro distacco.
La vita nel convitto scorre relativamente tranquilla,tra studio,ricreazione,scherzi e giochi tra compagni e gli echi della guerra arrivano ancora ovattati.
Poco dopo le vacanze di Natale giunge al collegio un nuovo convittore,Jean Bonnet (Raphael Fejto),insieme ad altri due ragazzi,e Padre Jean (Philippe Morier-Genoud),guida morale e spirituale dell'istituto,ha per lui delle particolari attenzioni che ingelosiscono Julien.
Bonnet è schivo,appartato,di poche parole,ma eccelle in tutto,particolarmente in matematica,suona bene il pianoforte,conquistandosi la simpatia di Mademoiselle Davenne (Irène Jacob),l'insegnante più amata del collegio.
Julien è infastidito per l'evidente superiorità di Bonnet,ma lo segue con sempre crescente attenzione e curiosità.
Una notte,nel dormitorio,lo scopre recitare delle preghiere in una lingua sconosciuta,nota che non mangia mai carne di maiale e ai bagni pubblici non fa la doccia con gli altri.
Frugando nel suo armadietto,trova dei libri intestati a Jean Kippelstein e comprende finalmente che il suo compagno è un ragazzo ebreo,che,insieme agli altri due,è stato nascosto in collegio sotto falso nome,per tentare di salvarlo dalla persecuzione nazista.
Con una scrittura attenta e sensibile,Malle delinea il nascere di questa amicizia,vissuta con ritrosia e pudore,alimentata da passioni comuni,che diventa solidale nella significativa sequenza della caccia al tesoro,quando Julien e Jean si smarriscono nel bosco e,impauriti,vengono riaccompagnati al collegio da una camionetta di soldati tedeschi,oscuro presagio del precipitare degli avvenimenti.
Joseph (François Negret),l'inserviente zoppo che aiuta in cucina,dopo aver organizzato con molti convittori uno scambio di provviste alimentari,che poi rivende al mercato nero,viene scoperto dalla cuoca e licenziato da Padre Jean,che rifiuta con sdegno di perdonarlo.
Per vendicarsi,il ragazzo denuncia ai tedeschi i nomi dei tre alunni ebrei nascosti nel collegio,sotto falso nome.
In una livida mattina di gennaio,una pattuglia di soldati,accompagnati da un funzionario della Gestapo,gelido burocrate della morte,entra nel collegio,identifica i tre ragazzi,anche grazie alla complicità della suora dell'infermeria,e davanti a tutti i convittori schierati nel cortile,conduce via Bonnet,Negus,Dupré e anche Padre Jean,colpevole di aver ostacolato i rastrellamenti dei nazisti.
Ai due amici resta solo il tempo per scambiarsi uno sguardo,che accompagnerà Julien,ricordo struggente e indelebile,per tutto il resto della sua vita.
Film straordinario,opera dichiaratamente autobiografica,"Au revoir les enfants" vive del non detto,del pudore di emozioni trattenute,raffreddando il pathos con un rigore formale privo di retorica,ma che nulla toglie alla struggente commozione dell'epilogo e della narrazione.
Louis Malle circoscrive la crescita dolorosa di Julien tra due distacchi:il commiato dalla madre alla stazione di Parigi e l'addio all'amico Bonnet e a Padre Jean,portati via dalla Gestapo verso l'orrore nazista.
Tra queste due sequenze,con mano ferma e lieve,Malle ci introduce nel mondo di due adolescenti che,dopo un'iniziale reciproca diffidenza,condividono la scoperta di passioni comuni e di un affetto mai dichiarato apertamente.
Molte le sequenze indimenticabili.La caccia al tesoro,in cui la comune paura dell'ignoto diventa sottintesa e tacita rivelazione del loro legame,l'omelia di Padre Jean,il cui rigore spirituale e ascetico scandalizza i ricchi borghesi benpensanti che affollano la chiesa,la lettura "proibita" delle Mille e una notte,la proiezione del film" Charlot emigrante" con la sua poetica ed evocativa magia,la musica suonata a quattro mani al pianoforte,ultimi e fugaci momenti di spensieratezza prima del distacco.
Nell' inarrestabile progressione drammatica degli avvenimenti,il tono di Louis Malle,voce narrante, si fa sempre più sommesso e lascia che siano le immagini a parlare per lui,mentre la splendida fotografia di Renato Berta avvolge gli interni di una luce livida e cupa,sublimata dalla malinconia dolente e allusiva del Momento musicale n.2 di Franz Schubert e sorretta dalla straordinaria adesione interpretativa dei due protagonisti e di tutto il cast.
"Bonnet,Negus e Dupré sono morti ad Auschwitz,Padre Jean al campo di Mauthausen.Il collegio ha riaperto i battenti nell'ottobre del 1944.Più di quarant'anni sono passati,ma fino alla morte io ricorderò ogni secondo di quel mattino di gennaio."
Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1988.

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