Regia di Louis Malle vedi scheda film
Uno dei più lucidamente malinconici film sull’olocausto mai prodotti in Europa, Malle racconta una storia emozionante e storicamente importante (pur nel suo piccolo) giocando tutto sulla mancanza di retorica (la gioventù è lo specchio dell’innocenza umana? E chi lo ha mai detto?!). I ragazzi del liceo cattolico del ’44 sono simili a quelli dei licei del 2000, giocarelloni, maleducati e scatenati. I ragazzi fumano, sono sporcaccioni, a volte cattivi, hanno perso l’innocenza (in tutti i sensi: sono razzisti, sono prepotenti) ma conservano quel barlume di innata speranza “giovanile”: nulla è soverchiabile dall’orrore, anche se non sei un santo sei sempre un uomo, hai i tuoi divertimenti più o meno innocenti, ma hai la gioia. È questo che Louis Malle ci ha detto nel 1987, lui che era in collegio assieme ai tre ragazzi deportati a Mauthausen e Auschwitz nel 1944. Una veste tecnica bellissima che rende il ritmo lento, a tratti soporifero ma di indubbia qualità: fotografia lucente, colonna sonora ridotta all’osso, dialoghi mai retorici o scontati, una narrazione fluida e dura. Perché questa è una storia dura, a prescindere dall’Olocausto: è una storia di un’amicizia impossibile in un ambiente composto da tutti tranne ché da stinchi di santo, ma che alla fine riesce a superare qualsiasi ostacolo. Un racconto di vita, di strada, che sposa la terribile Storia dell’occupazione in modo del tutto naturale e senza forzature. Un film misconosciuto e purtroppo dimenticato, privo di qualsiasi preconcetto politico e di qualsiasi retorica, duro, solido e spoglio. Capolavoro. Voto: 9
Per nulla retorica, splendente e crudele, un racconto di vita magistrale.
Essenziale, non grandiosa ma perfetta.
Bravissimo
Bravissimo nonostante la giovane età.
Bravissimo nonostante la giovane età.
Ottima narrazione di Malle, silenziosa e introspettiva, scava nei personaggi e nelle psicologie contrapposte in modo magistrale. Grande, per dolore e malinconia, la conclusione. Ma d’altro canto, Malle era uno studente di quello stesso liceo, all’epoca. Una storia propria, la storia di un gruppo di amici trascinati verso l’orrore. Grande storia di vita.
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