Espandi menu
cerca
Scarpette rosse

Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film

Recensioni

L'autore

angelina

angelina

Iscritto dal 4 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 40
  • Post 19
  • Recensioni 49
  • Playlist 5
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Scarpette rosse

di angelina
10 stelle


" Siamo narratori di storie e creatori di sogni."
 
Michael Powell e Emeric Pressburger

Quando Irina Boronskaja (Ludmilla Tcherina),l'étoile del suo balletto lascia la danza per sposarsi,l'inflessibile e tirannico impresario Boris Lermontov (Anton Walbrook) ,("La grande semplicità può essere raggiunta solo con l'agonia del corpo e dello spirito.") punta gli occhi sulla talentuosa Vicky Page (Moira Shearer),deciso a trasformarla,con una durissima disciplina,in una stella di prima grandezza.
Dopo il trionfale successo del balletto "Scarpette rosse",musicato da Julian Craster (Marius Goring),le tournées si susseguono senza sosta,ma quando Lermontov scopre che tra Vicky e Julian è nato un amore,licenzia in tronco il compositore.Questo però non basta a dividere i due innamorati e Vicky lascia la compagnia per sposarlo.
Un anno dopo Lermontov riesce con uno stratagemma ad incontrare la ballerina e,facendo leva sulla sua passione mai sopita per la danza e sulla dedizione verso chi l'ha resa celebre,ottiene di farla ritornare nella compagnia.
Vicky danzerà nuovamente "Scarpette rosse",ma poco prima dell'inizio dello spettacolo, compare Julius per porle un drammatico aut aut. O il balletto o il loro matrimonio.
Lacerata dalla scelta,Vicky prende di slancio una tragica decisione.
Un film leggendario,che alla raffinata eleganza della scrittura unisce un ammaliante splendore e una stupefacente ricchezza visiva.
Ispirandosi alla famosa fiaba di Hans Christian Andersen,Powell e Pressburger accentuano la dialettica Arte/Vita,immergendo la narrazione in un romanticismo estremo,percorso da una potente forza visionaria,cifra stilistica caratteristica di Michael Powell che,entrato nel 1925 nei famosi studi della Victorine a Nizza,era stato fortemente influenzato da Rex Ingram  e dalla sua visione del fantastico nel cinema.
Fulcro dell'opera e cuore pulsante di tutto il film,il magnifico balletto "The Red Shoes",con la coreografia di Robert Helpmann e il contributo del grande ballerino Leonide Massine,un tripudio di colori vividi ed emozionali grazie alla splendida fotografia di Jack Cardiff,che citò come fonte d'ispirazione la pittura di Rembrandt e di Van Gogh,e alle ardite sperimentazioni visive (una per tutte,la platea del teatro che si trasforma in un mare in tempesta) e agli strepitosi trucchi ottici,che ci ricordano che Michael Powell nel 1940 era stato uno dei registi di "Il ladro di Bagdad",prodotto dai fratelli Korda,i cui effetti speciali avevano superato la concorrrenza di quelli americani.
Grande presenza scenica di Moira Shearer,che unisce ad una tecnica virtuosistica l'intensità dell'interpretazione,affiancata da un valido Marius Goring,la cui eccellente recitazione è però messa in ombra da un grande Anton Walbrook,attore viennese molto amato da Powell e Pressburger, che recitò anche con Max Ophuls,che dà al suo personaggio,probabilmente ispirato alla figura di Sergej Diaghilev,quella giusta miscela di fascino magnetico,crudele intelligenza e freddo sarcasmo,salvo poi,nel finale,rendere a suo modo esplicito l'immenso dolore per la perdita della sua creatura e la sua nascosta e orgogliosa fragilità.
Dall'incipit dinamico e travolgente degli studenti che si accalcano sugli scaloni del Covent Garden a quella corsa finale delle scarpette rosse che chiude la parabola di Vicky e il suo vano e struggente tentativo di conciliare due passioni inconciliabili,una superba commistione di melodramma,incanto,fiaba,incubo e romanticismo,un film culto per registi come Martin Scorsese (che ne ha curato il restauro nel 2010),Francis Ford Coppola,Vincente Minnelli,Brian De Palma,un fervido e potente slancio dell'immaginazione e della fantasia, in nome di un'Arte per la quale si può vivere,ma anche morire.
Due Oscar: alla musica di Brian Easdale e alla scenografia di Hein Heckroth.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati