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Stonehearst Asylum

Regia di Brad Anderson vedi scheda film

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La recensione su Stonehearst Asylum

di pazuzu
6 stelle

Agli sgoccioli del diciannovesimo secolo, il neolaureato ad Oxford Edward Newgate (Jim Sturgess) si reca all'ospedale psichiatrico Stonehearst Asylum, presso cui sono in cura i figli sfortunati dell'alta società inglese, per iniziare un periodo di apprendistato. Trova a dirigerlo Silas Lamb (Ben Kingsley), che da subito vanta un approccio al disagio mentale piuttosto soft, in contrasto con quello brutale utilizzato dal suo predecessore, il dottor Salt (Michael Caine), rinunciando alla sedazione e alle sbarre e preferendo trattare i pazienti come persone perfettamente sane, per limitarne la frustrazione e l'insorgere di istinti violenti. Già insospettito dalla libertà concessa ad individui così palesemente instabili, durante la prima notte Edward si incuriosisce per un rumore proveniente dai sotterranei, e varcando la porta della stanza delle caldaie scopre il segreto che si cela dietro la gestione apparentemente illuminata della struttura: segregato in delle celle anguste c'è infatti l'intero staff originario, vittima di un ammutinamento capitanato dal sedicente dottor Lamb. Quando il personale sanitario gli chiede di far qualcosa per ristabilire l'ordine, il ragazzo cerca, allo scopo, una sponda nella giovane Eliza Graves (Kate Beckinsale), ivi ricoverata per "isteria" e rea di aver staccato al marito un orecchio a morsi.

Ispirandosi al racconto di Edgar Allan Poe Il Sistema del Dr. Catrame e del Prof. Piuma, a tredici anni da Session 9, Brad Anderson torna in manicomio con Stonehearst Asylum, un film che, dopo un'ora abbondante su ottimi livelli nella quale a prevalere sono le atmosfere gotiche suggerite dalle pagine del grande scrittore statunitense, prende pian piano a deragliare, concedendo alla storia d'amore tra i personaggi di Sturgess e Beckinsale una ribalta che finisce per relegare in secondo piano il resto, peraltro nel corso di un segmento finale stiracchiato nel quale i colpi di scena si succedono con un ritmo tanto serrato da produrre, per paradosso, il progressivo svuotamento della tensione e di ogni possibile coinvolgimento emotivo. In un'operazione siffatta, va da sé puntare il dito, più ancora che sulla regia - comunque attenta - di Anderson, sulla sceneggiatura di Joe Gangemi, che neutralizza quello che poteva essere un horror gotico originale trasformandolo in un thriller che insegue ossessivamente la convenzionalità, peraltro riducendo a mero espediente narrativo un buon argomento come il contrasto tra il concetto medievale di cura psichiatrica e quello universale del rispetto della dignità umana. Tra gli attori, piuttosto che la coppia di innamorati (bravi ma senza rubare l'occhio), una menzione particolare la meritano l'ex direttore sadico ridotto a cavia Michael Caine, il nuovo - dispoticamente autoeletto - Ben Kingsley, ed il folle braccio destro di quest'ultimo, David Thewlis.

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