Regia di Simon West vedi scheda film
Nick è un giocatore d’azzardo, con un passato da militare, qualche problema con l’alcol e incredibili doti fisiche. Sbarca svogliatamente il lunario come chaperon, mentre sogna di fuggire da Las Vegas, ma il violento assalto ai danni di una donna cambia tutti i suoi programmi. Nick è stato un fantastico Burt Reynolds in Black Jack, decadente cult del 1986. Quasi trent’anni dopo, Nick è Jason Statham, diretto dal fido Simon West, che ne asseconda la discontinua volontà di tirarsi fuori dal suo personaggio più classico, magari baciando Jennifer Lopez in Parker o una suora in Redemption - Identità nascoste, ovviamente tra una rissa e l’altra. Ne esce un testo esemplare: la sintesi di come si può operare in modo infelice e anonimo su un film, un personaggio e un immaginario senza omaggiarli, reinventarli o decontestualizzarli. Remake luccicante e arido che copia senza personalità l’originale, senza intercettarne il tono da noir crepuscolare né la malinconia che fece del film interpretato da Reynolds un’opera imperfetta quanto peculiare. Le poche variazioni vanno tutte nella direzione del conformismo (l’aggressore non ha la faccia pulita e allucinata di Neill Barry, ma è il coatto scolpito di Milo Ventimiglia), o del nonsense (Venezia diventa la Corsica), con il lavoro sui personaggi sottomesso alle esigenze muscolari, unico reale motivo di interesse del film. Il passaggio di Statham al cinema senza pugni è da rimandare.
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