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Posh

Regia di Lone Scherfig vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Posh

di miss brown
3 stelle

Il Bullingdon Club è una confraternita esclusiva tutt'ora esistente presso l'Università di Oxford, noto tanto per i grandi banchetti e i rituali chiassosi quanto per gli atti vandalici nei locali del college e nei ristoranti circostanti. Fondato nel 1780 come club sportivo, dedicato a cricket e corse di cavalli,le cene sontuose divennero gradualmente la sua attività principale. L'adesione al Club è costosa, con uniformi su misura, regolari cene gourmet e una tradizione di pagamento sull'unghia dei danni arrecati. Ultimamente la sua ostentazione di ricchezza ha attirato diverse polemiche sulla stampabritannica, dato che molti ex membri sono arrivati ad alti incarichi politici: in particolare l'attuale Primo ministro britannico David Cameron, il chiacchierato Cancelliere dello Scacchiere George Osborne e il sindaco di Londra Boris Johnson. Già satireggiato nel 1928 da Evelyn Waugh nel suo "Declino e Caduta" sotto il nome di Bollinger Club (dal nome del noto champagne), nel 2010 sotto il nome di Riot Club è diventato il protagonista della pièce teatrale POSH di Laura Wade, ora trasposta in film.

Per oltre 100 interminabili minuti racconta senza la minima ironia le imprese di un gruppo di ricchissimi, viziati e viziosi eredi del fior fiore della nobiltà inglese (quali danni genetici provoca lo sposarsi per secoli fra cugini!) e il loro legame omertoso causato dall'appartenenza al prestigioso Riot Club, che ammette solo 10 componenti ogni anno. I riti di iniziazione per i nuovi cooptati sono bizzarri e ripugnanti quanto basta, a base di vino allungato con orina, panini ai vermi e altre amenità. Certo, i giovanotti studiano anche, ma sembra che il loro scopo nella vita sia solo divertirsi. Tories bigotti, razzisti fino al midollo, non sono così diversi dagli hooligans figli della classe operaia che tanto disprezzano: il loro divertimento supremo consiste nell'abbuffarsi di cibo, ubriacarsi fino a vomitare l'anima e distruggere metodicamente il locale dove è avvenuta la riunione. Dimenticavo: durante la cena una prostituta inginocchiata sotto il tavolo è incaricata di lavorarsi i nobili membri. Finché una sera qualcosa va storto, nel corso dell'ennesimo festino tutti esagerano, le rivalità fra tutti quegli aspiranti Maschio Alfa esplodono e il proprietario di un pub rischia di lasciarci le penne. Ma padri e zii potenti, ex-membri del club, sistemeranno tutto.

E' decisamente noioso, di scarsissimo interesse, al limite del nauseante ascoltare per un'ora e mezza un branco di ragazzini avvoltolarsi come porci nel brago in discorsi infarciti di un Nietzsche mal digerito, vederli distruggere senza riflettere cose e persone solo perché coi soldi di famiglia possono comprare tutto e tutti, vederli buttare in una cassetta per le elemosine le chiavi di una Lamborghini dopo che, ubriachi, ci hanno vomitato dentro: "Pazienza, me ne comprerò un'altra". Pur con la presenza, artificiosa e appena accennata, di un "buono", l'unico che ha il coraggio di fare un passo indietro e chiamare la Polizia quando forse è troppo tardi, i soli personaggi positivi, forti e moderni sono tre ragazze: la fidanzatina proletaria, che fugge inorridita quando scopre in che fogna stava per finire; la prostituta mandata da un'agenzia di escort, che rifiuta con dignità una cifra astronomica "Io non lavoro in nero" per praticare sesso orale ai 10 scalmanati; e la figlia del ristoratore, che disprezza il padre perché non ha buttato fuori i giovani selvaggi solo perché gli hanno allungato 500 sterline extra.

E' benissimo interpretato da un nutrito gruppo di eccellenti 27-32enni attori - poco credibili nella parte di ragazzi di 20-21 anni - che fanno di tutto per far uscire i loro personaggi dalla tagliola di stereotipi grotteschi; ma il film non riesce nell'insieme a decollare e non mostra un minimo dell'intento di satira sociale che era il nucleo del testo originario. Mi sono rigirata per tutto il tempo nella poltrona (e di questo mi scuso con i miei vicini) con una gran voglia di uscire prima della fine. Quando le luci si sono finalmente riaccese ho trattenuto a stento l'impulso di cantare a squarciagola l'Internazionale con tanto di pugno alzato e mi sono precipitata a casa a farmi una maratona purificatoria di dvd di Ken Loach.

Giudizio finale: insopportabile.

 

 

 

 

 

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