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#ScrivimiAncora

Regia di Christian Ditter vedi scheda film

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La recensione su #ScrivimiAncora

di mc 5
8 stelle

Esiste una formuletta che chi segue le cose di cinema conosce molto bene. "Guilty pleasure": significa godere emotivamente di un'opera pur sapendo che il suo valore non è eccelso ma cogliendone in pieno l'appeal spesso ruffiano. Dunque il termine si applica sovente ad opere popolari che ci si vergogna un pò di amare. Questa formula mi è venuta in mente a proposito di questo film, salvo poi ripensarci considerando che tecnicamente la pellicola non è poi così ruffiana, o per lo meno lo è ma con enorme dignità. Facile, troppo facile, collocare "Scrivimi ancora" nel vasto parco dei "film per ragazzine e coppiette". Certo, fatto salvo che il risultato finale non cambia (la sala era composta per un 80% di ragazzine in gruppi) sarebbe gravemente ingiusto ridurlo ad operina che cerca la lacrima buonista di un "pubblichetto" di bocca buona. Anche perchè il film lambisce nervi scoperti, affronta situazioni oggettivamente coinvolgenti, ci tocca in corde che possiamo anche vergognarcene ma di fatto ci appartengono. Non vorrei qui adesso raccontare la vicenda (che va scoperta al cinema, seguendone la lunga evoluzione) ma la prima cosa da dire è che si tratta di una storia d'amore (continuamente accavallata tra amicizia e amore, per l'esattezza), che il regista segue attraverso un lungo periodo di tempo, registrandone tutti i passaggi e cogliendo le variazioni in atto nei fatti di vita dei due protagonisti. E' una storia che viene raccontata con dignità e rispetto dei sentimenti, senza cercare la lacrima ad ogni costo, anche se devo ammettere che almeno un paio di momenti son stato sul punto di commuovermi, ma non perchè io sia facile preda di chissà quali ricatti "commerciali", bensì perchè il film ci parla della fragilità e delle insicurezze che tutti, uomini e donne, possiamo dire di condividere. Ripeto e ribadisco un concetto: il film racconta una storia molto tenera ma lo fa senza ricorrere a brutte malattie incombenti o altre trovate infallibili di questo tipo. No, qui la vicenda è semplicissima e non è difficile farsene coinvolgere, per una volta escludendo quelle sceneggiature ruffianissime che la lacrima la cercano con chirurgica precisione. Si racconta di un ragazzo e una ragazza le cui vite sono destinate ad intrecciarsi pur senza essere amanti e le cui scelte di vita, anche quando comporteranno soluzioni differenti, li porteranno fatalmente ad incrociare nuovamente i propri percorsi. Importante: l'opera è di produzione inglese, come pure lo sono gli attori, il che implica un risvolto di british humour che si nasconde tra le pieghe della vicenda. Infatti va evidenziato che finalmente arriva nelle sale una commedia sentimentale autentica e non frutto delle solite sceneggiature (a mio avviso ormai intollerabili) scritte da qualche sciagurato di Hollywood. A parte una serie di ruoli secondari impersonati da ottimi caratteristi, onore al merito di due attori fantastici, il cui pregio più evidente (forse la cosa che resta più impressa di tutto il film) è quello di aver saputo realizzare sul set una alchimia di coppia che ha dello straordinario. Lui è Sam Claflin, quasi sosia di Hugh Grant, ma secondo me forse anche migliore (non vorrei spararla troppo grossa) in quanto meno gigione e meno autocompiaciuto. Lei  -Lily Collins-  è una perla stupenda d'attrice, una vera rivelazione. Carinissima senza essere bella in senso tradizionale, è dotata di una Grazia impagabile. (piccola nota: il suo cognome - Collins- vi dice nulla? vabbè è la figlia di Phil Collins!).
Andate a vedere questa delicata moderna favola dei sentimenti, senza vergognarvene. E se posso permettermi un consiglio....visto che nel frattempo uscirà il DVD, sarebbe un regalo ideale da fare il prossimo San Valentino.

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