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Scandalo al sole

Regia di Delmer Daves vedi scheda film

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La recensione su Scandalo al sole

di Baliverna
9 stelle

Dalle sponde del mare fresco e ondoso del Maine, un melodramma caldo e carico di dilemmi, passioni e sentimenti contrastanti.

È una pellicola che oggi suscita reazioni contrastanti, o giudizi infastiditi. Eppure secondo me è degna di un regista che tengo in alta considerazione (soprattutto per “Quel treno per Yuma”), e non senza motivo un segno nella storia del melodramma americano.

Penso sia un film abbastanza complesso, perché quasi ognuno dei personaggi (tutti ben definiti) si fa portatore di un punto di vista che ha qualcosa di rispettabile e interessante, mentre nessuno ha ragione su tutto e la saggezza in tasca. Le uniche che sono completamente squalificate sono la mamma della ragazza e la nonna della stessa (che si vede solo in una piccola scena). La madre nasconde dietro a principi morali e religiosi – forse anche a se stessa – quella che con tutta probabilità è solo vile frigidità, andando oltre persino al puritanesimo americano. Vorrebbe una figlia asessuata o frigida come lei, e si scaglia con violenza verso qualsiasi accenno di attrazione fisica, e persino di effusione sentimentale della ragazza. Ha sbattuto da tempo il suo stesso marito a dormire in un'altra camera, quando persino San Paolo dice di non astenersi se non per previ periodi e di comune accordo. La sua è appunto frigidità, e direi cattiveria (si pensi alla visita ginecologica che impone alla figlia).

Un altro tema che compare prepotentemente nel film è quello dei matrimoni sbagliati sin dall'inizio e in modo consapevole. Chi si ama si lascia per futili motivi, e poi sposa chi non ama, senza neppure sapere perché, o forse solo per le convenienze sociali. Ma poi la verità presenta sempre i suoi conti da pagare, magari ad anni di distanza.

Sembra che ognuno dei personaggi dia il suo apporto per sbrogliare il gomitolo delle unioni sbagliate, giuste, osteggiate, sciolte, e ricomposte a posteriori. Le cicatrici che restano sono molte, ma alla fine più o meno i conti tornano (come in certi melodrammi di Douglas Sirk).

Ora qualche doverosa precisazione sull'edizione italiana. L'avevo visto in TV anni fa, ma avevo percepito distintamente che mancavano delle parti; Delmer Daves non è certo quello dei buchi di sceneggiatura e degli stacchi troppo bruschi. Procuratomi recentemente il DVD, ho constatato che in effetti manca poco meno di mezz'ora. Insomma, i distributori italiani ci hanno dato giù con le forbici. Nella versione integrale, infatti, tutto scorre in modo fluido e senza salti. E che cosa hanno tagliato? Scene scabrose? Ma che, solo sequenze qua e là, probabilmente per tirarne fuori una versione comoda per poi fare nei cinema una proiezione ogni due ore (questi racconti li ho sentiti su altri film). Oltre a ciò, il doppiaggio si è preso la libertà di cambiare completamente la battuta finale della pellicola, pronunciata da Sandra Dee. Prima che si bacino, sulla sponda del mare, lei gli dice “Di fronte a Dio e a tutti questa volta!”.

Invece il doppiaggio le fa dire “Ce lo meritiamo un bacio adesso?”. Si vede che il traduttore dei dialoghi si credeva migliore di Delmer Daves.

In generale, è un melodramma teso, denso, ben recitato, diretto senza difetti, con dialoghi da ascoltare con attenzione, che probabilmente piaceva anche ad Eric Rohmer.

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