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La scala a chiocciola

Regia di Robert Siodmak vedi scheda film

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La recensione su La scala a chiocciola

di Furetto60
8 stelle

Antesignano illustre del cinema "giallo"

Primo novecento,in una cittadina americana del New England, vengono assassinate, da un ignoto serial killer,  donne affette da  menomazioni fisiche.In casa Warren, vivono un insegnante, Alberto ,in  compagnia della matrigna paralitica e della sua dama di compagnia,Elena, muta in seguito ad uno choc,poi c'è il suo giovane figlio Stefano,impenitente donnaiuolo e infine  la  segretaria Bianca.Le indagini della polizia si stringono proprio attorno a loro e infatti il colpevole,è proprio lì ed inseguirà la povera Elena, quando ella rinviene il cadavere della segretaria,strangolata nel seminterrato e la rincorrerà proprio lungo la scala a chiocciola, allo scopo di eliminarla,  proprio per "colpa"del suo "handicap"Ovviamente ci guarderemo bene dal rivelare il nome dell'assassino e il colpo di scena finale,tuttavia è una delle scene più suggestive e indimenticabili ,del cinema "thriller", di quel periodo.

Questo capolavoro noir, ascrivibile al genere"gotico" è un gioiellino che poco si vede in Tv ed è un vero peccato.Senza effetti speciali,siamo nel 1945, con un budget bassissimo ,il regista riuscì a confezionare un prodotto esemplare,utilizzando con maestria la macchina da presa e ideando con fantasia, una storia semplice, ma al contempo geniale,con una tensione che si taglia con il coltello e che  viene efficacemente  trasmessa allo spettatore "catturato" e "stregato" dalle scene, in un clima di "suspense" continua.

Caposaldo della cinematografia gialla,è il precursore di tante pellicole,che s'ispirarono a questo sviluppo narrativo e alle sue tecniche di ripresa,a questo regista sono in debito, alcuni cineasti come Brian De Plama, per esempio,i personaggi sono scandagliati con buon approfondimento psicologico,la telecamera seguiva tutti i concitati e parossistici  movimenti della vittima,il contrasto dei chiaroscuri rendeva le atmosfere suggestive e spettrali, il terrore non si poteva sentire,ma veniva invocato dallo sguardo smarrito e angosciato di Elena. Spesso inoltre la telecamera indugiava,in  primi piani sull'occhio diabolico dell'assassino, unico indizio della sua identità e veicolo di angoscia pura.

 

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