Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Assistiamo alle ciniche manovre di un giornalista che si inventa un Mostro per favorire la corrente politica alla quale è legato; erano gli anni di piombo e il piombo, si sa, può uccidere anche se non ha la forma di una pallottola. Bellocchio non mostra nessuna simpatia per i giovani dissidenti che il Giornale (solo omonimo del quotidiano di Montanelli che ancora non esisteva) cerca di sfruttare per fini pubblicitari ed elettorali, si limita a mettere in guardia contro la capacità della stampa di manipolare l'opinione pubblica. L'unica figura positiva è quelle di Roveda che, senza condividere le idee politiche dei giovani attaccati dal suo giornale, si oppone ai metodi intimidatori del suo direttore, ma le maggiori simpatie le attira la povera contestatrice per amore, figura patetica e persino tragica, splendidamente incarnata da Laura Betti. Strutturato come un giallo tradizionale, un po'schematico, il film regge sulla performance di Gian Maria Volontè, un cattivo di gran classe.
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