Regia di Cecil B. DeMille vedi scheda film
Feuilleton epico-biblico di cartapesta, tutto "indoor", da cui si evince facilmente la firma in calce di De Mille. Stravaganze e libertà "storico-religiose" decisamente salottiere - per non parlare dei dialoghi - non passano inosservate ma son compensate dalla bellezza dei vividi costumi e delle sfarzose sete. Nulla può eguagliare, comunque, la focosa sensualità della Lamarr. Effetti speciali pacchiani, ma il titanico finale hollywoodiano, in un trionfo di polistirolo espanso, andrebbe visto quanto le sgargianti apparizioni e languide movenze dell'erotica e discinta Hedy.
Sembra un annoiato Oscar Wilde, intervenuto suo malgrado ad mondano ballo mascherato che forse avrebbe fatto meglio ad evitare. Un re filisteo molto "british style".
Sinceramente non so quanto possa impersonare adeguatamente la "fatalona" di turno. Probabilmente, però, il mio giudizio risente delle troppe puntate de "La Signora in Giallo".
Quasi sempre sfruttata come elemento accessorio di un film. Vampirizza il ruolo e sfoggia costumi sinuosi raccogliendo uno dei suoi rari successi commerciali.
Manone come badili, andatura asinina, espressione da troglodita insonnolito. Ovviamente, la macina gli calza a pennello.
Sovente la riconoscibilità di uno stile viene considerato come uno dei grande pregi di un regista. Nel caso di De Mille, beh, lo si riconosce e basta.
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