La recensione su Sole a catinelle

Lo Zalone "nazionale" è oramai da considerarsi come "fenomeno" di costume,se da baraccone o meno non sta di certo a me stabilirlo.

Nell'ultima settimana ho assistito a discussioni a volte accese su opinioni e playlist sulla fenomenologia d'un comico televisivo quasi d'accatto,letteralmente "caduto dalle nubi".

Che piaccia o meno Zalone è un pezzo di spettacolo odierno,becero e grossolano,"dotato" d'una comicita' ruspante con delle vette stupidotte.E' triste ammettere che il nostro cinema debba fare i conti con un tale "fenomeno",si sono sprecati a volte paragoni improponibili e dissonanti con i vari Toto' o Franco e Ciccio.Lasciamo riposare in pace dei pezzi di gloria del nostro cinema,perchè il Luca Medici nazionale è una costola d'una tv commerciale.Toto' o Franco e Ciccio erano maschere o mimi appartenenti ad un epoca gloriosa d'avanspettacolo e posteggia.Oggi si fanno invece i conti con  icone paratelevisive che appartengono ad una cultura relativamente superficiale,che si autoimpone alle masse proclamando i suoi fenomeni.

Non vorrei dilungarmi ulteriormente su di una "piaga" culturale e produttiva che da anni avvolge le nostre sale cinematografiche,come un amara legge del contrappasso che ci priva d'un passato "ecumenico", come se il cinema italico fosse una religione alla quale inchinarsi.

Il "Sole a catinelle" pullulante nelle sale è figlio d'una "neomatrice" ideologica,prettamente commerciale.C'è sempre un pero' a cercare di scardinare pregiudizi di sorta verso un "fenomeno" da baraccone televisivo.Il film visto stasera non è solamente idiozia da circo di bassa lega comica.Seppur Zalone e C. nella prima parte peccano di forzature aprioristiche,relative a volgarita' stupide e scontate,aprono un lembo societario che in parte "salva" la pellicola.

Sole a catinelle (2013): Robert Dancs, Checco Zalone

"Sole a catinelle" è un lavoro che procede a passo celere,prendendosi la licenza di "sfottere" i paradigmi odierni.

Crisi,licenziamenti,economie e vezzi radical chic sono presi letteralmente per i fondelli dal giovanotto da "piano bar".

Zalone entra in scena nell'esuberanza spontanea contraddistinta dagli immancabili neologismi regionali.

E' quasi una combutta eterna tra snobismi di sorta d'un cinema autoriale e una visuale populista rappresentata dalla trilogia "Zaloniana".Luca Medici è la figura del mediocre italico,ignorantello quanto ironico,che mantiene intatto un fondo d'intelligenza,necessaria per sopravvivere in un mondo di "squali" disonesti.Vezzi e vizi contemporanei presi dunque alla berlina,messi sotto una lente d'ingradimento registica che quasi si compiace nell'affidarsi alla studiata "mediocrita' " del personaggio Zalone.La neopellicola "sfondaincassi" è una commediola che non si discosta tanto da quel cinema italico

Sole a catinelle (2013): Aurore Erguy, Marco Paolini, Robert Dancs, Checco Zalone

d'oggigiorno,ovvero sceneggiature deboli,storie d'accatto nostrano trite e ritrite,e qualche risata qua e la'.Nonostante tutto "preferisco" stare nel mezzo,ovvero nè distruggere e nemmeno esaltare un lavoro che tutto sommato gode di alcuni pregi che molti "cinepanettoni" non hanno.Zalone pur nella sua volgarita' ruspante è un personaggio "candido",non ha la verve d'un puttaniere d'annata alla De Sica o la "sfigataggine" d'un Boldi qualsiasi.Zalone è un pezzo di popolo italico che rasenta il qualunquismo quotidiano,che fa della necessita' una virtu',che tira a campare come puo'.Sara' anche esageratamente "scemo di paese" ,ma in fondo come si dice dalle mie parti è il classico tipo che fa "il fesso per non andare alla guerra",sempre meglio d'una "Vanzinata" o una "Mocciata" qualunque,da quelle parti non esiste salvezza per nessuno.....perlomeno Zalone è un personaggio che sputa verita' scomode  per il gusto di "far ridere" e anche per iniettare un po di sano e becero ottimismo,che di questi tempi non guasta mai......