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Transcendence

Regia di Wally Pfister vedi scheda film

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La recensione su Transcendence

di Furetto60
7 stelle

Buon esordio alla regia di Wally Pfister. SCI-FI di qualità. Tanti spunti di riflessione

In un futuro prossimo venturo, tre scienziati: Will ed  Evelyn coppia nella vita oltre che nella scienza insieme all’amico Max, dedicano anima e corpo alla costruzione di un potente super-computer, una gigantesca intelligenza artificiale chiamata Pinn. Alla fine di un convegno, Will, i cui lavori ammirati da molti, sono però anche oggetto di energiche e dibattute controversie, è vittima di un attentato, da parte di un gruppo di sedicenti fondamentalisti anti-tecnologici. Will sparato con un colpo di pistola, sembra ferito solo superficialmente, ma in seguito a dei controlli medici, scopre che il proiettile che lo ha colpito, è carico, di Polonio, un isotopo radioattivo e velenoso, che decreta la sua condanna a morte, entro 5 settimane. Il dottor Caster assieme alla sua compagna, coadiuvati dal genio dell’informatica Max decidono di eseguire un’operazione rivoluzionaria e senza precedenti, trasferire l’anima, ovverossia la coscienza e tutto ciò che concerne l’intelletto e la personalità. ricordi ed emozioni sul PINN (Physically Indipendent Neural Network), ovvero un computer senziente e consapevole di sé. L’esperimento riesce, mentre il corpo di Will muore, la sua coscienza, sopravvive nel PINN, in questo gigantesco hard- disk, che grazie ad un’audace operazione informatica, lo incorpora. Il suo amico e collega Max Waters, dopo un iniziale entusiasmo, prende le distanze dall’esperimento avendo l’impressione che colui che si trova all’interno di questo megagalattico computer non è più il suo amico Will. Nel frattempo la compagna, perdutamente innamorata del marito e contenta di averlo “resuscitato” viene stanata dal solito gruppo di terroristi, che ha fatto squadra con il governo, per sopprimerlo, reputandolo una minaccia per l’umanità, cosi Evelyn lo connette alla rete per salvarlo. A questo punto guidata dalla coscienza cibernetica di Will, che ha accesso a tutte le banche dati del modo, ed è diventato potentissimo, costruisce una sofisticata ed imponente base di ricerca a Brighton, dove vengono eseguiti dei raffinati esperimenti, che hanno come obbiettivo la rigenerazione dei tessuti umani e in definitiva l’immortalità, infatti incominciano ad arrivare lunghe teorie di sventurati, che affetti da malattie o menomazioni vengono miracolosamente guariti. A questo processo si abbina però anche l'upload, un meccanismo che rende questi individui degli "ibridi" di fatto invulnerabili. Evelyn a questo punto, anche perché inseguita ossessivamente dalla presenza di Will, che diventa ubiquitario e invadente comincia a nutrire dei dubbi sulla sua reale identità, comincia a dubitare che l’entità che sta concependo tutto questo, sia il suo compagno, uomo di grandi vedute, ma al contempo umile, mai arrogante o megalomane, aveva sempre sostenuto di voler migliorare il mondo ma non di volerlo cambiare. Max ed altri esponenti del governo esternando le loro preoccupazioni, la persuadono, che la macchina è altro, cioè un’entità ambiziosa e pregna di delirio di grandezza, un surrogato cibernetico assetato di potere e bramoso di acquisire il controllo del mondo, perciò alla fine Evelyn capitola e si allea con l'FBI e con il gruppo di terroristi, per eliminarlo. Il finale ribalta a sorpresa le loro e le nostre convinzioni. Il regista, qui, concentra la sua attenzione sul tema dell'individualità, sulle basi di ciò che viene chiamato coscienza, sull'esistenza o meno di un'anima e sulla possibilità di catturarne e perpetrarne l'essenza. La pellicola pone interrogativi profondi in un film che non manca di citazioni a illustri predecessori. La creazione di esseri senzienti, e i problemi etici ad essa legati, sono  temi antichi ma sempre attuali, che  attraversano tutta la storia  sia letteraria che cinematografica, risultandone uno dei principali topoi. Difatti i film con riferimenti a intelligenze artificiali, sono una variegata pletora, a partire dal capolavoro di Ridley Scott del 1982 “Blade Runner, per proseguire con “Il tagliaerba” di Leonard, “L’uomo bicentenario di Chris Columbus del 1999, “Generazione Proteus” di Cammel,  fino ad arrivare “AI – Intelligenza Artificiale” del 2001 di Steven Spielberg, o il recentissimo “Lei”.. I principi fondamentali di etica, morale e teologia, vengono rimessi in discussione. Se un uomo crea una macchina intelligente, si può assimilare a Dio? Se crea una vita seppure artificiale, diventa Dio? Ma allora Dio chi è veramente? Forse come il professore Caster afferma durante la sua conferenza, l’uomo sin dalla notte dei tempi sentendo il bisogno di averlo, se lo è inventato tante volte, si pensi a tutte le religioni praticate. Una macchina può rivoltarsi contro l’uomo come AL9000 in “2001: odiseea nello spazio” o come nel“il mondo dei robot” del 1973, farlo  prigioniero come in “Generazione Proteus”, oppure come nella fattispecie, sublimarsi nella natura. Il rapporto tra uomo e computer  può prendere infiniti sbocchi e  dare adito a svariati spunti di riflessione. Tantissimi gli interrogativi che pone questo film: Quanto la tecnologia ha cambiato la nostra quotidianità? Ci sono dei confini etico-morali che non dovremmo mai valicare? dove si trova e soprattutto cosa è la coscienza o l’anima che dir si voglia? È un circuito elettrico?  è una combinazione chimica? O trascende tutto questo ed è qualcosa di spirituale e certamente non tangibile? Dobbiamo temere i computer o noi stessi e i nostri deliri di onnipotenza? Il film propone quesiti esistenziali di grande interesse, esibisce un cast imponente, una sceneggiatura intrigante e una confezione elegante. Il ritmo è buono, anche se non adrenalinico, e il lato sentimentale trova il suo spazio. Wally Pfister, regista esordiente, è stato direttore della fotografia, di quasi tutti i film di Christopher Nolan e in questa pellicola si vede,  nella raffinata costruzione scenografica, nella  composizione dell'inquadratura, e nella elegante estetica. Film interessante, che forse ha il solo torto di mettere in campo troppi elementi.

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