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Oltre il guado

Regia di Lorenzo Bianchini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Oltre il guado

di ohdaesoo
7 stelle

presenti piccolissimi spoiler (ma tanto erano già nella locandina) 

Circa due anni fa.
Comincia il film con qualcuno, mi pare un commissario, che esce da una scuola e trova un branco di giornalisti fuori ad attenderlo.
Lo assalgono (o assaltano?) con microfoni e taccuini.
E iniziano a parlare in una lingua sconosciuta, o no, forse è spagnolo.
Con mio fratello ci facciamo una risata e vabbeh, preso il download sbagliato, pace.
Mandiamo avanti e sentiamo una frase in italiano. Non torna la faccenda.
Lo rimettiamo dall'inizio, gli stessi giornalisti di prima parlano allo stesso modo di prima.
Ma non è spagnolo o qualche lingua straniera, è un dialetto veneto talmente stretto che non si capisce letteralmente una sega,
Rivediamo la scena 4,5 volte per farsi due risate e poi, sconfitti, lasciamo perdere.
Quel film era Radice quadrata di 3 e quel regista era un tale Bianchini di cui avevo sempre sentito parlar benissimo. Persi quel treno per via dell'ostrogoto.
Ma non ho perso quello di ieri.

Allora è possibile.
Allora è possibile anche in Italia girare horror coi controcazzi senza doversi fare il piantino sulla mancanza di budget.
Non solo, è possibile col niente anche fare film migliori di quelli che hanno tutto (Wan?).
Across the River è uno di quei classici film che ti sembra che più di ricercare il "materiale" per quello che si è scritto, è stato scritto per il materiale che si aveva.
Questa è intelligenza.
Non serve a nulla scrivere sceneggiature formidabili se poi non potrai renderle film come vorresti.
Bianchini aveva un bosco, un fiume e un borgo abbandonato.
Nient'altro.
Ah sì, una penna.
E con quella penna ha scritto, su "misura", il miglior film che poteva scrivere.
Partendo da un paio di idee formidabili.



Quella dell'etologo che studia il comportamento animale, ovvero una genialata per mandar qualcuno, anche per giorni, da solo nel bosco, e poi quello della telecamerina nella volpe, altra grande intuizione per riuscire ad arrivare in modo originalissimo a quel borgo.
Siamo un pò in quel genere d'horror d'atmosfera che trae gran parte della forza essa dai luoghi.
Un pò Sauna, un pò Picnic ad Hanging Rock, il protagonista del film si ritroverà in un luogo "magico", perturbante, minaccioso.
Bianchini sa girare, e come muove la macchina da presa dentro il piccolo borgo è da manuale. Mille angolazioni diverse, impercettibili movimenti di macchina, la capacità di sfruttare al meglio la location (magnifica) che ha trovato. Stavolta l'ostrogoto non c'è, e non solo perchè il protagonista è uno scienziato, ma perchè non c'è bisogno di parlare. Anche questa l'ho trovata una gran cosa. In horror in cui i protagnisti solitari parlano e parlano senza alcun motivo (se non per spiegar cose che il regista non sapeva spiegare altrimenti) qua abbiamo un comportamento perfetto. Nessuna parola e, oltretutto, nessuna sensazione di trovarsi davanti qualcosa di paranormale, come è giusto che sia. L'etologo (ottimo attore) fino alla fine penserà di trovarsi accerchiato da qualche predatore animale, fino alla fine manterrà la calma e la capacità di ragionare, ottimo.
L'uso dei rumori è straordinario, così come quello dei calibrati e dosati filmini amatoriali, veramente inquietanti e affatto gratuiti, perfettamente inseriti nella storia.


Più si va avanti più avremo qualcosa che ci ricorda Blair Witch Project, e poi forse Silent Hill (non solo nel paese abbandonato, non solo nella scena della scuola ma in generale per la sensazione di trovarsi in uno di quei videogame horror di atmosfera e perlustrazione) e poi, nel finale, anche Them, capirete perchè.
C'è atmosfera, capacità di non esagerare mai, coerenza e mestiere.
Certo non mancano i difetti, ma per me sono tutti esclusivamente nella scrittura.
Ho trovato il film un pò ripetitivo, ma del resto l'unica location era un rischio in tal senso.
E ho trovato davvero strano che un bosco abbia un unico punto di accesso, e quindi anche di fuga, quello attraverso il fiume (col camper sì, ma a piedi...).
E ho trovato il film pieno di ellissi temporali troppo esagerate, passando da un giorno all'altro, dalla notte al giorno, come se in quelle 24 ore il protagonista non avesse tentato nulla.
E ho trovato la faccenda delle due gemelle qualcosa di visto e stravisto. Ma Bianchini lo usa alla grande.




E ho trovato irreale che i soccorritori non si parlassero mai quando, nel mio immaginario, ho sempre pensato il contrario.
E potrei ancora dire altre cose.
Ma sono inezie dovute a quella mia mania per cui mentre nei film "normali" mi piace tutto negli horror cerco sempre di trovare il minimo problema.
Piccole tracce di polvere sopra un gioiellino.
Come questo.

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