Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Un esercente cinematografico nelle Londra degli anni ’30 ha fitti rapporti con la malavita locale e viene incaricato di un pericoloso attentato dinamitardo. Insieme a lui vivono la compagna e il suo fratellino adolescente, ignari ovviamente della doppia vita dell’uomo. A sparigliare il tutto ci pensa un invadente garzone di fruttivendolo, anch’egli con una seconda “professione”…
Fin dalla scritta riportata nei titoli di testa, Hitchcock dichiara il suo intento, vale a dire concentrare tutto il film sulla scena centrale, quella dell’attentato, che si rivela un crocevia fondamentale per le sorti dei protagonisti (ed un trattato di suspense da manuale). Fino ad allora, una costruzione asciutta ed ottimamente congegnata, come negli anni successivi il maestro del brivido confermerà nella sua sfavillante carriera, in cui i personaggi sono mossi in maniera assolutamente magistrale e le situazioni che si verificano decisamente credibili ed appassionanti. Evidenti tutti i classici capisaldi di Hitchcock (dettagli, suspense, costruzione impeccabile, dialoghi splendidi); finale decisamente sorprendente in cui insperatamente tutto si rimette a posto.
Curioso che sempre nel 1936 il regista abbia realizzato un altro film dal titolo “L’agente secreto”, lo stesso titolo del libro di Joseph Conrad da cui questo “Sabotaggio” è tratto; tuttavia, a parte lo sceneggiatore Bennet, i due film hanno poco o nulla a che spartire. Rarità: Hitchcock non compare in scena.
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