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La zampa di scimmia

Regia di Brett Simmons vedi scheda film

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La recensione su La zampa di scimmia

di Maciknight
4 stelle

Quando si deve valutare un film horror occorre sempre essere indulgenti, applicando ogni attenuante, per il semplice fatto che sfornare idee nuove e valide in questo settore cinematografico è assai difficile, in questo caso i limiti culturali degli autori sono evidenti e lo rendono un prodotto mediocre, pur avendo potenzialità notevoli

Quando si deve valutare un film horror occorre sempre essere indulgenti, applicando ogni attenuante, per il semplice fatto che sfornare idee nuove e valide in questo settore cinematografico è assai difficile per non dire impossibile. Semmai sarebbe giù un buon successo offrire qualche variante ad idee già sfruttate se non abusate, con il valore aggiunto culturale di qualche raffinatezza e eleganza nel delineare i personaggi e nella cura dei dialoghi, ambientazioni curate, qualche inventiva complementare, ecc.. Non è questo il caso, qui di valore aggiunto c’è solo una dignitosa sceneggiatura di fondo, seppur con diverse lacune e sbavature, molto frequenti nei film horror, che mancano quasi sempre di una loro coerenza e credibilità interna alla trama. Come in ogni horror che si rispetti i protagonisti devono essere fondamentalmente, quando non “totalmente” stupidi, di solito questo onore lo lasciano alle donne, com’è doveroso nelle società maschiliste. In tal caso abbiamo un ulteriore valore aggiunto in quanto lo stupido è maschio, spacciato inizialmente per intelligente, ma si smentirà presto. Le donne al contrario sembrerebbero tutte di un’intelligenza sopra la media, fatto inusuale nei film horror made in USA (siccome non è il primo film che ha queste caratteristiche, non vorrei illudermi che la cultura americana stia evolvendosi …). Il protagonista maschio tendenzialmente stupido, superficiale, egoista ed immaturo, è interpretato da Thomason, il quale si comporta come un ragazzo in età prepuberale, come attività neuronale, anche se il corpo è da adulto. Con il suo atteggiamento inaffidabile si rende corresponsabile del licenziamento di un suo collega anziano che lo aveva incautamente valorizzato professionalmente, e quest’ultimo per vendicarsi gli regala una zampa di scimmia, avuto a sua volta dal padre, che ha fama (verificata) di portare una sfiga pazzesca. In apparenza sembrerebbe appagare i desideri (ovviamente un massimo di tre) di chi la possiede, ma lo fa “a modo suo” con malignità, per cui gli esiti finali sono sempre devastanti. E questo poteva essere lo spunto vincente se lo avessero sviluppato altri autori con più talento, ed invece scade in una monocorde narrazione di una specie di persecuzione paranoide da parte di un collega del protagonista, interpretato dall’attore Stephen Lang, peraltro indovinato come soggetto dal viso espressivamente inquietante, che tornato in vita dopo un incidente automobilistico mortale, si trasforma in uno psicotico senza anima ma con un inverosimile desiderio affettivo familistico, di cui capirete vedendo il film. Poteva essere decisamente sviluppato meglio ma i limiti sono limiti, ed in questo caso non è stata certo una questione di budget a renderlo un film mediocre.

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