Regia di Sabina Guzzanti vedi scheda film
Oltre che un’opera d'arte il cui valore è esaltato dalla incantevole, delicata armonia fra tutti gli elementi costitutivi (dalla scenografia alla recitazione, alle musiche e montaggio) La trattativa appare come un illuminante documento prospettico sull’essenza tragica e dolorosa del malessere sociale dell’Italia. Sabina Guzzanti ha saputo destreggiarsi magistralmente tra le infinite tagliole sparse nel sottobosco squallido e angoscioso del nostro mondo politico, partendo dalla svolta storica segnata dalle uccisioni di Falcone e Borsellino. Nello sfondo cupo e desolato di una società pervasa dal malaffare organizzato, viene gettato un fascio di luce che mette in risalto le vicende, purtroppo attualissime, della trattativa stato mafia. Gli anni tragici degli attentati e delle stragi e quelli successivi, contraddistinti dagli equilibri impossibili di persone e partiti sul filo dell’ipocrisia e del disfacimento della dignità personale, vengono rappresentati in uno spazio teatrale che “magicamente” e con fluidità si integra con il mondo reale. La regista e i suoi attori si muovono davanti e con il pubblico interpretando con asciutta bravura i personaggi, seguendo diligentemente e spietatamente fatti e documenti ufficiali e intercalando la loro presenza con la presenza dei protagonisti reali, attraverso immagini di repertorio o interviste realizzate per il film. I caratteri vengono resi nella loro essenzialità, senza rinunziare, a volte, con tocco sempre delicato, al caricaturale e all’ironico, dando luogo alla rappresentazione, quasi shakespeariana, della disarmante complessità dell’umano. Emergono dell’umanità i caratteri di volta in volta tragici, violenti, infingardi, grotteschi, o “semplicemente” eroici e danno luogo a quella complessa tessitura di un canovaccio le cui trame più intime e oscure sono in questi giorni indagate da un manipolo di giudici, sottoposti a minacce mafiose e, quanto meno, privati di un sostegno istituzionale. Da qui l’elevato significato civile e morale del film della Guzzanti, che si pone dalla parte di chi, vittima di uno sciagurato e criminale patto liberticida, ha bisogno di recuperare, dalla nebbia mediatica, una chiara visione di fatti così essenziali per il futuro della democrazia.
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