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Domestic

Regia di Adrian Sitaru vedi scheda film

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La recensione su Domestic

di OGM
8 stelle

Morte domestica. Vita domestica. Sono i due capitoli di un romanzo condominiale. Le pagine di una vicenda chiusa tra quattro pareti, in cui si incontrano, in mezzo alla faccende quotidiane, i sovrumani sforzi compiuti per tenere insieme le famiglie e far funzionare i rapporti umani. La nostra esistenza è tutt’altro che pacifica: e non smette di tormentarci nemmeno quando varchiamo la soglia della nostra casa, dove ci aspettano la moglie o il marito, i figli, il gatto o il cane. Siamo eternamente in guerra, perché costantemente alle prese con i problemi legati alla convivenza le specie. La diversità non è solo quella che divide uomini e animali; anche tra di noi, è ben difficile intendersi e far quadrare i conti. Le differenze si manifestano persino all’interno di uno stesso individuo, che col tempo può mutare, in maniera drastica e imprevedibile. Come, ad esempio, quando muore. Oppure quando un incidente ne stravolge i connotati. O quando un trauma lo rende nemico di coloro che più ama. Andare d’accordo e volersi bene è una questione da affrontare momento per momento. Troppo mutevoli sono infatti gli umori, le situazioni, i pensieri, per potersi affidare a regole prestabilite. Stare al mondo significa subire continue intrusioni nell’intima sfera della proprie certezze ed abitudini: l’ospite inatteso può essere una gallina a cui nessuno ha il coraggio di tirare il collo, oppure il cane del vicino che viene a dormire sul tuo zerbino. O un sogno in cui sei sposato con una donna che non hai mai visto. O una seconda moglie che ti ritrovi improvvisamente accanto, dopo un divorzio che non riesci più a spiegarti. È il caso a decidere insieme a chi dobbiamo sentirci da schifo, arrovellandoci con i nostri perché. È un destino malefico a combinare incontri assurdi, sfidandoci a risolverli con un opportuno compromesso. Basta un piccolo elemento fuori posto a scatenare impossibili dilemmi: cosa è più consigliabile fare, con un piccione malato raccolto per strada? Dove sarà meglio che muoia o sopravviva? Dentro una gabbia, sul balcone, oppure là fuori, in mezzo ai suoi simili? Adulti e bambini non vedono le cose allo stesso modo. Il radicalismo dei piccoli è una provocazione rispetto all’inerzia dei grandi, che tirano avanti per inerzia, secondo convinzioni acquisite per praticità e consuetudine, e poco disposte ad essere contraddette. È tanto comodo assuefarsi all’idea che sia giusto tutto ciò che è sempre stato, e che niente potrà mai cambiare. Che i conigli siano fatti per essere mangiati. Che la felicità non possa finire così, da un giorno all’altro. Alle verità alternative si preferisce non pensare. Intanto si parla, senza ascoltarsi, fino allo sfinimento. E il senso complessivo è un fastidio che si lascia fuori dalla porta, benché ciò non serva di conforto: dentro le dimore della gente qualunque, il disordine continua ad intrecciare i nodi di dolori e passioni che nessuno capisce. Domestic ci mostra come la loro grandezza faccia fatica ad occupare quegli spazi angusti, ingombri di persone ed oggetti ed incrostati di abitudini: lì dentro l’aria fa presto a rimanere impregnata degli odori intensi e contrastanti emanati da tante anime in pena. La convivialità è un’allegra e variegata asfissia: il respiro si blocca, eppure la vita continua nella cupa ebbrezza del male comune.

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