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Bone Tomahawk

Regia di S. Craig Zahler vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bone Tomahawk

di axe
6 stelle

Nel West di fine XIX Secolo, Il villaggio di Bright Hope è preso di mira da uomini sconosciuti, i quali, ivi giunti dopo aver inseguito un fuorilegge, rapiscono alcune persone. I primi sospettati sono i pellerossa, ma un indiano informa lo sceriffo che gli autori sarebbero dei cavernicoli dediti al cannibalismo che non hanno nulla in comune con le tribù presenti sul posto. Essendo stata rapita anche la moglie di un allevatore, una piccolo gruppo di uomini, composto dallo sceriffo, il suo vice, il marito della donna e un pistolero, parte per il salvataggio. Dopo diverse vicissitudini lungo il tragitto, raggiungono l'insediamento degli uomini primitivi, dove avverrà un sanguinoso confronto. Un western con elementi horror discretamente realizzato; la trama è lineare, con pochi colpi di scena, e dalla conclusione prevedibile. La prima parte del film presenta i personaggi e l'ambientazione, un West ormai civilizzato - ne è prova la cura per il paese, per l'abbigliamento e per i modi degli abitanti - nel quale ritroviamo figure tipizzate, ma non stereotipate, che vengono approfondite nella parte successiva della narrazione, la quale racconta il viaggio. Uno sceriffo tutto d'un pezzo, con il suo attempato e chiacchierone, ma coraggioso, vice; un pistolero misterioso, con parecchi morti sulla coscienza; il marito della donna rapita, un allevatore ansioso di dimostrare alla moglie - e forse anche a sè stesso - il proprio valore, nonostante abbia una gamba malandata che rallenta l'andamento del gruppo e potrebbe renderlo inefficiente in un combattimento. In questa fase il ritmo cala di molto, i personaggi interagiscono tra loro con dialoghi che ci consentono di conoscerli meglio, ma mal si conciliano con quella che dovrebbe essere l'ansia creata dalla situazione. L'ultima parte del film racconta il confronto tra la squadra di soccorso ed i misteriori cavernicoli, i quali ci sono presentati come organizzati in una società maschilista ed incestuosa; ogni membro del clan sembra però ben consapevole del proprio ruolo. Nonostante l'aspetto "bestiale" - gli uomini, pesantemente truccati, comunicano tramite particolari suoni; mangiano carne umana dopo aver fatto a pezzi le persone ancora vive - la tribù sembra comunque aver raggiunto un certo grado di sviluppo. Maneggiano il fuoco, usano armi letali che realizzano lavorando le ossa, hanno a disposizione funi ben realizzate. La contesa tra uomini moderni e primitivi, mostra due "aggressività" a confronto. Questi ultimi uccidono per sopravvivere, seppur con estrema ferocia - essendo cannibali, gli altri uomini sono le prede; l'uomo contemporaneo motiva le proprie azioni rivendicando il predominio del proprio essere. I cavernicoli, uccisi con l'inganno e con le armi moderne, non sono per loro altro che aberrazioni, abomini, creature che non hanno diritto di esistere. La loro stessa natura di uomini è negata. Ciò potrebbe portare uno spirito critico a non schierarsi nettamente a favore dell'uomo moderno. Tra gli attori, apprezzabile Kurt Russel nei panni dello sceriffo, personaggio d'azione ma anche di pensiero, in grado di prendere le decisioni giuste ed essere pertanto un vero leader. Originale connubio tra western ed horror, agevole da seguire, guastato qua e là da qualche caduta di ritmo, e da un doppiaggio non eccezionale.

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