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Bone Tomahawk

Regia di S. Craig Zahler vedi scheda film

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La recensione su Bone Tomahawk

di alan smithee
7 stelle

Un buon western-horror teso e con scene degne del più ispirato e sanguigno Deodato di fine anni '70. Kurt Russell si prepara fisicamente alle atmosfere tarantiniane the T.H.E. ma qui è decisamente un galantuomo. Buon cast tutto attorno a lui.

Ottimo incipit per un western oscuro e sanguigno in cui il grande Kurt Russell si prepara (o segue la sanguinosa scia, non so bene francamente quale sia stato tra i due il film girato per prima cronologicamente) della recente splendida ultima fatica tarantiniana The hateful eight.

David Arquette e Sid Haig (si proprio lui, il mostruoso attore feticcio di Rob Zombi!!!) sono due luridi tagliatori di gole ripresi proprio all’opera durante uno dei loro efferati assalti a sorpresa a danno di viandanti indifesi perché presi nel sonno e sgozzati per poi essere derubati.

Peccato che i due delinquenti, nell’esercizio delle loro azioni criminali, profanino senza saperlo un territorio abitato da una tribù di pellerossa “trogloditi”: un gruppo che vive allo stato primitivo, praticando incesto e cannibalismo, e inducendolo con questa invasione ad uscire dalla loro caverna per arrivare sino alla cittadina più vicina.

Qui rapiscono il malvivente tra i due che è riuscito a salvarsi e pure una giovane donna medico moglie di un allevatore piuttosto noto, infortunatosi ad una gamba per una caduta.

Dopo aver anche seminato morte tra gli abitanti, lo sceriffo Kurt Russell parte assieme al suo vice (Richard Jenkins) , al marito della donna e ad un volontario con molti conti in sospeso con gli indiani, alla ricerca della tana del gruppo per liberare la moglie.

Succederà di tutto, nel segno dell’orrore, più che del western.

E Bone Tomahawk (Ascia d’osso, titolo che rimanda ad una delle armi rudimentali ma micidiali di questo oscuro popolo primitivo, e preannuncia una mattanza in cui davvero poco ci viene risparmiato alla vista) si rivela un ottimo film di suspence ed intrattenimento, che sa organizzare le fasi della vicenda in modo piuttosto convincente, sino ad un epilogo agghiacciante che ricorda e cita (chissà se volontariamente) il cinema artigianale cannibalesco tutto italiano alla Deaodato: circostanza davvero particolare per un prodotto americano non proprio indipendente.

Personaggi piuttosto sfaccettati compongono il gruppetto di salvataggio organizzato in fretta e furia per scongiurare un pasto troppo ghiotto per essere rimandato a lungo. Tra gli inseguitori, oltre al solito ottimo Richard Jenkins nel ruolo dell’anziano e claudicante ex sceriffo, un turbato e nervoso Matthew Fox si impone in uno dei suoi ruoli più convincenti sul grande schermo.

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