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Maps to the Stars

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su Maps to the Stars

di abulaze
2 stelle

Un film di folgorante inutilità. Non sgradevole o fastidioso - ché pure sarebbe stato qualcosa - ma inconsisitente. Centoundici minuti di reiterata e programmatica assenza di scopo. Un vuoto pneumatico che non suscita neppure indignazione. Semmai ci si potrebbe indignare dello sbrodalente entusiasmo di tante recensioni ma si sa che tra il film e la sua visione c'è sempre di mezzo lo spettatore e la sua morbosa attrazione per i significati riposti, le dietrologie estetiche, la fuffa aristocratica del cinema d'autore. Maps to the stars dovrebbe raccontare la vita di un manipolo di pseudo star e il loro infasuto tentativo di liberarsi dei propri traumi. Provate ad immaginarvi un esperienza disturbante (violenze infantili, genitori consanguinei, tentati suicidi, etc.) e ora immaginate il modo più banale per raccontarla: voci fuoricampo, flash back riassuntivi, riflessioni ad alta voce... no ancora non ci siete, dovete sforzarvi di scendere ancora più in basso, pensate ai film di serie Z, allo splatter low cost, alle telenovelas sudamericane ... che cosa può fare un personaggio traumatizzato per rendere visibile e cinematograficamente accattivante il suo trauma ? Non deve fare altro che trasformarlo in un fantasma. Indagare il perché e il percome di un trauma è troppo impegntivo ? Non c'è problema basta impacchettare il trauma nelle forme del polpettone psico-allucinatorio. Se un trauma non sei capace di raccontarlo non devi fare altro che incarnarlo. Come ogni fantasma che si rispetti il rimosso deve tornare in forme minacciose e sempre distruttive. Havana, Benjamin, Aghata ... ogni personaggio deve farsi la sua buona dose di delirio. Ma il passato non è solo un fantasma è anche una catena da cui liberarsi. E come pensa Cronemberg di trasferire allo spettatore questa tensione verso la libertà ? Ovvio: facendogli declamare i versi di una poesia sulla libertà  ( e cosa c'è di meglio che riciclare una trita e ritrita poesia di  paul eluard ?). Si potrebbe parlare delle repentine e incomprensibili evoluzioni dei personaggi - Benjamin, ragazzino prepotente e spocchioso incontra il fantsma di turno e si rivela improvvisamente agnellino remissivo e spaventato, Havana accoglie Aghata con umanità e spirito materno ma  appena le cose cominciano ad andarle bene prende a trattarla come un aguzzina, umiliandola senza motivo-  ma temo che il discorso si farebbe troppo lungo. La vita che ci è concessa è breve e se mi consentite di tirar fuori un consiglio - un con(s)iglio avrebbe scritto qualcuno - meglio impiegarlo in altro modo il vostro tempo.

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