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Maps to the Stars

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Maps to the Stars

di zombi
8 stelle

al posto dei tour organizzati in limousine, oppure sui trenini all'interno degli studios, cronenberg e bruce wagner(che scrive) ci prendono per mano e ci fanno fare un giretto all'inferno. agatha arriva nella città degli angeli con un pullman e bussa all'autista di una limo che sta dormicchiando nell'attesa. paga 200 dollari e si fa portare su uno spiazzo erboso proprio sotto la scritta HOLLYWOOD. la ragazza dice di abitare in florida e di essere venuta in california a trovare la famiglia. verità e bugia nello stesso tempo. ma cosa importa. attraverso la sua conoscenza via twitter con carrie fisher, agatha conosce havana segrand attrice in stand by di carriera che sta combattendo vanamente per ottenere il ruolo che portò la madre, morta arsa in un incendio, a vincere il golden globe e vicinissima all'oscar che non vinse. havana sta cercando una nuova schiavetta, ossia "un'assistente", ossia colei che l'assiste nella sua everydaylife che non è proprio per nulla glamour. così agatha si ritrova dal vedere dal finestrino di una limo le cancellate di ville più o meno lussuose, al toccare in maniera quasi religiosa la stella sul boulevard della madre di havana, al varcare la cancellata e penetrare il tempio di una di quelle stelle che probabilmente compaiono sulle mappe delle stars. grazie alla partitura musicale magistrale di howard shore(fenomenale)il film di cronenberg non è una banale gitarella tra le poche virtù e i molteplici vizi di una stellina dell'industria alla strenua rincorsa dell'appagamento visivo e in fuga dall'appannamento carrieristico, ma è anche un tour virale nelle vite di persone che si ritrovano ad essere stars e perennemente in bilico di diventare polvere da togliere. il viaggio un pò lynch-iano di agatha dentro la vita della famiglia weiss e dentro la casa di havana, risulta divenire sempre di più un agente patogeno che torna/arriva per scombinare gli equilibri. non c'è nessuno che si salva moralmente. stafford weiss e sua moglie cristina, genitori di benji baby-star scorbutica e maleducata di un nuovo franchise che sta sbancando i botteghini dell'anno, sono legati ad agatha e questa ad havana dal fuoco. un fuoco che tutto distrugge e dalle cui ceneri ormai spente non riesce ad estinguersi il ricordo di accadimenti funesti, proprio come in una di quelle case maledette costruite su qualche cimitero indiano. tutti i personaggi che la telecamera inquadra, alla seconda inquadratura non sono più ciò che erano l'istante precedente. se benji e sua madre sono il clichè della baby-star e della madre manager, e il padre un guru che acquista spazi televisivi per promuovere il suo modo per stare meglio e spurgare le ceneri del passato che gravano sul presente, havana è tra i suoi clienti che in una stanza della casa a suon di bigliettoni pratica una psicologia d'accatto per liberarsi di un ricordo errato del passato sulla madre che invece insiste a mostrarlesi, forse per cercare di farsi ascoltare o forse come un eco di autoconvincimento promozionale e/o da farmaci. nel tempio del denaro, qualsiasi cosa che torna dal passato può essere un serio pericolo al guadagno dell'oggi e del domani. benji, tredicenne già riabilitato da droghe e alcol, si barcamena tra il set, studio dei produttori che vogliono esser certi del loro investimento, pranzi con la madre in cui si parla di affari e serate con gli amici in cui si sragiona sul nulla. e così anche benji comincia a vedere fantasmi. il fantasma di una bambina morta per linfoma di non hodgkin e che benji era andato a trovare in ospedale in visita promozionale non lo abbandonerà più. morti che insistono a visitare vivi che si sentono tali solo se hanno un mercato, in un circolo sempre più asfittico e che vuol dire soltanto una cosa.... morte pubblica. i personaggi fanno paura, dall'immediatamente mostruoso stafford weiss(un ottimo e invechiato molto male john cusack)che pare non avere altri sentimenti che non siano collegati al lancio del suo prossimo libro, alla vacua havana segrand la cui scena simbolo è quella seduta sul cesso in conversazione con agatha, mentre spinge e scurreggia nel vano tentativo di defecare. benji, bambino sorto da chissà quale pozzo infernale materno, malsano e rachitico nel fisico e agatha che meccanicamente continua a dire di essere tornata per chiedere ammenda, la cui maschera crolla miseramente quando la sfacciata stronzaggine di havana scatena ciò che aveva cercato di seppellire sotto il tappeto dei suoi vestiti coprenti. il tutto intuito, circuito ed espulso dalle note di howard shore. mi è piaciuto.

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