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Lone Survivor

Regia di Peter Berg vedi scheda film

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Dom Cobb

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lone Survivor

di Dom Cobb
8 stelle

"Questa è una missione sfigata": questa frase, detta con un misto di rabbia e disperazione da uno dei protagonisti, riassume l'esito disastroso della missione Red Wings, la quale portò ad un numero tragicamente alto di caduti. Siamo nel 2005, in piena guerra al terrorismo sul territorio afgano; gli alti comandi militari rendono operativa la missione Red Wings, atta a scovare ed eliminare un capo delle milizie talebane il quale, con il suo esercito personale, sta imperversando lungo un territorio montagnoso, nonchè responsabile della morte di numerosi soldati. Data la sensibilità dell'obiettivo, viene mandata in avanscoperta una squadra di quattro Navy Seals (Mark Whalberg, Emile Hirsch, Ben Foster, Taylor Kitsch) che, però, si ritroverà ad essere preda dei talebani stessi. Il film ha inizio con delle immagini di repertorio che mostrano il feroce addestramento dei Navy Seals, dove vengono mostrati soldati costretti a dure esercitazioni in acqua (soprattutto) e a terra, distrutti fisicamente ed emotivamente, molti dei quali abbandonano stremati l'addestramento stesso; insomma, se i Seals sono militari altamente specializzati, queste prime immagini paradossalmente ne mostrano poco la gloria e la altrettanto poco poetica durezza di quella vita. I quattro protagonisti vengono presentati partendo da inizio giornata, all'alba, attraverso le loro quotidiane abitudini: il jogging, i contatti virtuali con le rispettive fidanzate e mogli, i regali da scegliere, la casa da arredare, i pasti consumati parlando di cosa fare una volta tornati a casa, per cercare di sentirsi meno lontani proprio da casa. Una volta calati sul territorio da ispezionare, i quattro Seals si trovano a dover fronteggiare innanzitutto un terreno di montagna insidioso e ripido, gravato dalla presenza di una ispida vegetazione e da pietraie. Il regista Peter Berg dimostra di saperci fare con i copioni che prevedono tensione ed azione, costruendo tutta la prima parte del film alla stregua quasi di un thriller: non viene sparato un solo colpo e la vicenda, prima di esplodere nella seconda parte del film, si carica di tensione con i quattro protagonisti che, inoltrandosi in questo territorio inospitale, si ritroveranno a dover prendere decisioni fatali per il proprio destino. E' proprio a questo punto che si presenta uno dei momenti più controversi del film: i quattro Seals, difatti, catturano tre pastori locali che hanno scoperto la loro posizione; i tre pastori sono un anziano (in possesso, però, di un telefono satellitare) e due giovani che si mostrano immediatamente ostili nei confronti dei protagonisti. I militari si trovano di fronte ad un bivio: cosa fare dei prigionieri; le alternative a disposizione sono "sbagliate" in qualsiasi caso: o lasciarli liberi ben sapendo che i pastori avvertiranno i talebani, o "eliminare il problema" (citando una frase del film). "E' sbagliato" - dice Whalberg ai compagni - "non possiamo eliminarli. Questa storia non resterà tra noi quattro, i mass media ci si butteranno sopra. Già me la immagino la CNN che mostra le immagini di soldati che uccidono dei poveri pastori." Insomma, non si tratta semplicemente della divisione tra "buoni" e "cattivi", degli scandali creati ad hoc da giornali e tv per aumentare l'audience, ma di decisioni dettate dalla sopravvivenza e dall'implacabilità della guerra stessa. Comunque, i Seals decidono di abortire la missione e di rilasciare i pastori, i quali (ovviamente) senza pensarci due volte avvisano immediatamente le truppe talebane lì vicine, che subito si gettano all'inseguimento della squadra, accerchiandola. Come dicevo prima, il primo colpo di fucile sparato fa esplodere la tensione accumulata precedentemente ed il film si trasforma in un bellico feroce ed impetuoso: il regista Berg usa molto la camera a mano, seguendo da vicinissimo i quattro soldati, i quali, senza una copertura radio a causa dei rilievi montuosi, sono costretti ad una precipitosa fuga tra i boschi. Berg immerge lo spettatore nell'inferno di fuoco che si scatena: i quattro Seals, per quanto più addestrati, possono far poco rispetto alla superiorità numerica del nemico, venedo investiti da una pioggia di raffiche di kalashnikov, di mitraglie a nastro e colpi di bazooka. Ripetutamente colpiti, i protagonisti vanno incontro ad una fine particolarmente truce; Berg indugia sui loro volti stravolti dal dolore e dalla paura e sui corpi martoriati e grondanti sangue. In particolare sono particolarmente "dolorose" due sequenze in cui i Seals sono costretti a gettarsi lungo i costoni della montagna (il secondo salto addirittura dentro ad una pietraia), sfracellandosi contro gli alberi e le pietre: in queste sequenze si ha come l'impressione di sentire assieme ai protagonisti il dolore delle carni che si lacerano e delle ossa che si rompono. E neppure va meglio alla missione di salvataggio guidata da Eric Bana, a riprova di un possente apparato bellico in cui basta una falla "burocratica" per far inceppare l'ingranaggio: Bana ed i suoi uomini raggiungono il luogo della battaglia con un elicottero Chinook, totalmente privi della copertura degli elicotteri Black Hawk, a loro volta impossibilitati ad alzarsi in volo, perchè privi del supporto aereo degli elicotteri da combattimento Apache: una specie di matrioska mortale che porta come risultato all'abbattimento del Chinook, da parte dei talebani, con tutto l'equipaggio ancora a bordo. L'unico che riesce a sfuggire al massacro è Mark Whalberg, grazie alla provvidenziale ed inaspettata ospitalità di una tribù di un villaggio locale, colpito ripetutamente dai feroci rastrellamenti dei talebani. Peter Berg, prima attore e in seguito regista, si dimostra a proprio agio nelle scene d'azione e di sparatorie, avendo già toccato il tema della guerra al terrorismo con un altro film riuscito: "The Kingdom". Berg, con una scelta più oculata dei copioni, sarebbe in grado di costruirsi una carriera più solida e compatta; peccato che gli studios lo sfruttino come un semplice shooter per i generi più disparati, con titoli di poco conto come "Il Tesoro Dell'Amazzonia" (una secie di commedia d'avventura con The Rock come protagonista) e il caciarone ed economicamente fallimentare "Battleship", brutta copia dei già brutti "Transformers" di Michael Bay. Se il personaggio di Whalberg riesce a sopravvivere, una parte dentro di sè muore inesorabilmente con i propri compagni su quelle montagne (è lo stesso Whalberg a dirlo alla fine). Così come si è aperto, il film si chiude con altre immagini di repertorio, quelle dei veri soldati morti durante la missione Red Wings, sulle note di "Heroes" cantata da Peter Gabriel vediamo foto e filmati amatoriali che catturano brevi momenti della vita di questi ragazzi che non hanno più fatto ritorno a casa.

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