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The Homesman

Regia di Tommy Lee Jones vedi scheda film

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La recensione su The Homesman

di alan smithee
8 stelle

CANNES 2014 - CONCORSO

Tommy Lee Jones, Hilary Swank

The Homesman (2014): Tommy Lee Jones, Hilary Swank

Presentato nella sezione principale, e subito distribuito nelle sale francesi, la terza regia del noto attore premio Oscar Lee Jones è un ritorno al western dopo la riuscita del suo ottimo Le tre sepolture. Western crepuscolare e on the road, viaggio dannato di due anime solitarie che cercano di salvarsi a vicenda intraprendendo un viaggio “maledetto” in cui trasportare tre donne rese folli da gravi traumi familiari occorsi ai rispettivi bambini: la tenace pioniera e proprietaria terriera Cuddy, bella ma troppo impegnata, seria e testarda per trovare un pretendente, salva la vita ad un disertore appeso in bilico ad un albero con una fune: l'uomo dovrà aiutarla a trasportare verso l'Iowa tre disgraziate funestate dalla morte accidentale o volontaria dei propri bambini. Durante il pesantissimo viaggio, tra i mille problemi da affrontare, ognuno dei due proverà a mettersi a disposizione dell'altro, senza mai arrivare in tempo per riuscire a salvarsi reciprocamente dai rispettivi destini avversi.

 

locandina francese

The Homesman (2014): locandina francese

 

 

scena

The Homesman (2014): scena

 

Due grandi personaggi, una donna così perfetta da essere allontanata e rifiutata da ogni possibile pretendente perché gravosa di troppe responsabilità individuali da parte di uomini grevi e senza carattere, ed un vigliacco vecchio soldato che prova con tutte le sue forze a darsi una dignità, senza tuttavia riuscirci mai pienamente, nonostante le migliori intenzioni. Lee Jones dirige con la ormai nota dimestichezza un western pessimista e tetro che lascia stupefatti per le sorprese che si porta dietro, come in uno scambio di staffetta tra i due combattuti e poco amalgamabili protagonisti. Perfetti Lee Jones attore e nuova performance straordinaria della Swank, che di fronte alla tragedia senza soluzione riesce a sfoderare il meglio del suo appeal recitativo. Nel cast molti camei preziosi (Tim Blake Nelson, John Lithgow, Hailee Steinfeld dolcissima, James Spader debordante, la splendida Miranda Otto nei panni di una delle tre madri folli) tra cui quello finale di Meryl Streep, qui presente con la figlia Grace Gummer nel ruolo di una madre devastata dalla morte di tutti e tre i suoi bambini per difterite.

Una lotta vana, straziante di due reietti che imparano a rispettarsi, forse anche ad amarsi, senza arrivare a comprenderlo nei termini utili necessari per scongiurare la tragedia e far tornare tutt'attorno la mediocrità e il malaffare. Un ottimo film insomma, emozionante, teso, epico e pervaso da un senso di morte, di provvisorietà e di impotenza nei confronti di un destino sempre troppo crudelmente avverso.

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