Espandi menu
cerca
La gente che sta bene

Regia di Francesco Patierno vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Furetto60

Furetto60

Iscritto dal 15 dicembre 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 45
  • Post -
  • Recensioni 2007
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La gente che sta bene

di Furetto60
7 stelle

Tra dramma e commedia questo riuscito film di Patiern.Grande interpretazione di tutto il prestigioso cast

Umberto Dorloni, alias Claudio Bisio è un rampante avvocato milanese, cinico e senza scrupoli, cosiddetto tagliatore di teste, cioè colui che si prende l’onere e nella fattispecie anche il sadico piacere di ridurre un organico ormai pletorico e licenziare i collaboratori del proprio studio legale, ritenuti inutili e perfino disposto a fare lo sgambetto ai partner del suo stesso studio legale. Ma il capo non lo stima, la moglie Carla è stanca delle sue disattenzioni, la figlia preadolescente Martina si ribella a modo suo, mostrando il suo seno ai compagni nei bagni della scuola e il figlio Giacomino gioca alla pantomima del morto d’infarto. Un brutto giorno dopo aver commesso diverse “défaillance lavorative” la stessa sorte tocca a lui, per equo contrappasso, cosi quel suo mondo perfetto e dorato, si sgretola, facendolo scivolare in un vortice d’incertezza e precarietà,  in più la moglie,la brava Margherita Buy, gli comunica di essere nuovamente incinta. Umberto tuttavia fa buon viso a cattivo gioco, continua a far finta di niente, dietro la sua logorrea, dietro il suo sguardo sfuggente, si coglie con amara chiarezza, la paura di un uomo che annaspa per rimanere a galla. La sua vita scorre all'insegna della finzione. Non vuole ammettere i segni evidenti di crisi, quella lavorativa e quella familiare. È sempre più persuaso di far parte della "gente che sta bene" e nasconde la sua debolezza, dietro un comportamento da smargiasso, propone l’aborto alla moglie e cerca di mettersi in buona luce con un potente principe del foro che lo invita ad una festa in cui lui imbrogliando spudoratamente si appropria di un premio che non gli appartiene  "Ti piace il nuovo uomo italiano?", gli chiede Patrizio Azzesi, di cui sopra, l'avvocato più potente di Milano, interpretato da un "luciferino"Diego Abatantuono. Tuttavia, in realtà lui è solo un uomo alla deriva, ma infantilmente concentrato ad autoconvincersi di essere sulla cresta dell'onda. Tra gli uffici e le sale riunioni lo vediamo arrabattarsi, appena licenziato dal superiore, ma illuso di potersi riaffacciare subito nella società di quelli che contano, in barba alla crisi“Oggi il conte di Montecristo sarebbe il presidente di Unicredit”, dice Dorloni. Sinceramente convinto che Colombo, certo di raggiungere l’America, abbia bluffato sulle Indie per assicurarsi cospicui finanziamenti

“Il paese è in ginocchio? Che ce lo succhi, allora!”, dice Azzesi. Umberto Dorloni è uno di quegli uomini che pur camminando sull'orlo del vulcano, non riesce a rendersene conto fino in fondo, mentendo agli altri e a sé stesso. Patrizio Azzesi, alias Diego Abatantuono sembra offrirgli la possibilità di rientrare nel giro con  un grande “brand” inglese, lui va in brodo di giuggiole, non intuendo che è solo una pedina su di una pericolosa scacchiera: l’offerta viene ritrattata, perché c’è un altro più bravo di lui, ma Umberto non si arrende, si aggrappa con tutte le sue forze a questo mondo e vuole farne parte, ignorando che la terra gli sta franando sotto i piedi, peraltro intreccia una relazione adulterina proprio con Morgana  moglie incantevole dell’Azzesi, mentre la moglie si allontana, non avendo digerito la sua proposta di aborto. Poi  l’incidente con l’auto in cui lui codardamente scappa via senza prestare soccorso alla coniuge di Azzesi, per non perdere l’opportunità di un nuovo abboccamento, con  lo stesso che gli ripropone l’offerta e solo allora scopre che Morgana in quell’incidente ha perso la vita mentre il marito cinicamente si cura solo degli affari, finalmente, si rivolta e manda a quel paese lo spregiudicato Patrizio, a seguire un surreale ed esilarante dialogo con un maresciallo dei carabinieri, con un “humor” molto perfido, un  Buccirosso superlativo, infine il ritorno in famiglia. Adattando l'omonimo romanzo di Federico Baccomo, Francesco Patierno decide di raccontare una storia che fotografi la nostra attualità, quella di una società alla disperata ricerca di un mondo più vagheggiato che autentico, popolato da ricchi uomini di successo e splendide donne, immersi in feste baluginanti. Il regista Patierno sceglie Milano non a caso, ricordate la famosa città da bere, simbolo di questa umanità fragile e al contempo malevola, la triste, degradata “middle class “ italiana d'inizio terzo millennio, ormai in preda alla perdita dei valori e sempre più piegata alle ciniche leggi del mercato. Leggo commenti severi su un’opera che personalmente ho apprezzato molto, Bisio dimostra di avere un estro artistico versatile, passando con abilità dal registro brillante a quello drammatico, Diego Abatantuono è sempre un grande, anche quando si muove sottotraccia, una perla un po' greve, la metafora sulle dittature che sarebbero come il coito anale: basta ungere un po' e si spalancano le entrate" e Buccirosso è semplicemente strepitoso nel suo piccolo ma prezioso cameo.

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati