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Robin e Marian

Regia di Richard Lester vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Robin e Marian

di rocky85
9 stelle

"Io ti amo più di quanto tu creda: ti amo più dei bambini, più dei giardini che ho coltivato; ti amo più delle preghiere del mattino, più della pace, e del cibo che ristora; più del sole che riscalda, più del piacere della carne, e anche più della vita. Io ti amo più di Dio!" 

Forse non tutti saranno d'accordo con quanto sto per affermare, ma io sono davvero convinto che Robin e Marian sia, tra i tanti film che hanno narrato le gesta e la leggenda di Robin Hood, il più bello in assoluto. Il regista Richard Lester (sottovalutato autore inglese contraddistintosi sempre per una inconfondibile vena ironica) e lo sceneggiatore James Goldman rileggono magnificamente la leggenda dell’eroe di Sherwood, con un toccante romanticismo ed una riflessione sul tempo passato che non escludono l’utilizzo di umorismo e cinismo. Dopo venti anni di assenza, Robin (Connery) ed il fedele Little John (Williamson), ormai vecchi e stanchi, sono di ritorno dalla crociate insieme all’armata comandata da Riccardo Cuor di Leone (Harris). Quest’ultimo, in controtendenza con la tradizione, ci viene presentato come un re sadico e assetato di sangue, che non esita un istante a bruciare un castello e a massacrare vecchi e bambini pur di recuperare un tesoro in realtà inesistente e che, ferito a morte, indice una festa per celebrare la sua dipartita (“Mio padre mi ha maledetto in punto di morte, solo perché lo stavo ammazzando. Era un uomo di poco spirito!” afferma il re morente). Dopo la sua morte, Robin e John tornano in Inghilterra, e trovano lo sceriffo di Nottingham (Shaw) ancora al suo posto, e ancora pronto a riprendere lo scontro. Ma soprattutto Robin ritrova Marian (Hepburn) che, in seguito alla partenza dell’amato, ha rinunciato ai piaceri della carne ed è diventata la badessa del convento. L’amore mai sopìto non potrà non fare i conti con la vecchiaia e con gli acciacchi fisici e morali. Robin e Marian diventa quindi una struggente e malinconica storia d’amore, una delle più belle e toccanti mai viste sullo schermo. Marian, che negli anni aveva cercato di dimenticare il suo Robin, da una parte vorrebbe tornare ad essere amata: “Mi sono inaridita in tanti anni. Robin ti prego, fammi piangere!” gli chiede. Eppure sa che è trascorso ormai tanto tempo (“Per te, se potessi vorrei avere ancora vent’anni”). Robin, immaturo e testardo, le risponde di non sentirsi vecchio: “Io sono come una volta, mi hai visto oggi sulle mura…”, le dice smargiasso dopo essere riuscito a fuggire ai soldati dello sceriffo arrampicandosi sulle mura del castello. Gli ultimi venti minuti sono da antologia. C’è l’atteso scontro finale tra Robin e lo sceriffo: per qualche minuto non c’è romanticismo né ironia né enfasi, ma soltanto un combattimento furente e rabbioso, restituito in tutta la sua tragicità. Il finale, poi, è indimenticabile, con una dichiarazione d’amore tra le più belle che si siano mai sentite al cinema (quella riportata all'inizio, e scusatemi per lo spoiler ma i dialoghi di questo film sono davvero favolosi). Gli attori sono tutti magistrali: Richard Harris e Robert Shaw strepitosi nel tratteggiare due cattivi da manuale. Ma è impossibile non emozionarsi di fronte alle prove di Sean Connery e di Audrey Hepburn: lui con il suo accento e portamento tipicamente scozzese e lei (che tornava al cinema dopo nove anni di assenza) con la sua dolcezza e delicatezza, saranno Robin e Marian per sempre.

 

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