Regia di Albert Lewin vedi scheda film
Il film di Albert Lewin, autore di un pugno di film, tra i quali il migliore è certamente 'Pandora', che ha qualche vaga assonanza con l'opera in questione, è una corretta trasposizione del celeberrimo romanzo di Oscar Wilde - che conta svariati passaggi dalla pagina scritta allo schermo, nonché alcuni adattamenti televisivi - impreziosita dalle ottime interpretazioni del cast nei ruoli di spicco ma che, a causa dell'utilizzo della voce off che narra alcune fatti della storia, risente in maniera fin troppo schiacciante dell'origine letteraria, perdendo qualche colpo a livello di scorrevolezza e ritmo.
Il cineasta, che ha anche scritto la sceneggiatura, che modifica qualche elemento del libro ma ne mantiene intatto lo spirito, fatto di cinismo, egoismo ed apparenza, ha preferito optare per una messa in scena non troppo ricercata, concedendosi come unico vezzo 'autoriale' di inserire, in un film in b/n, delle inquadrature a colori del quadro che, poco a poco, si deforma e diventa ripugnante, una vera parentesi horror, e puntando molto - come accennato precedentemente, sull'egregio lavoro con gli attori, tra i quali spiccano il Lord Henry Wotton dai modi affettati di George Sanders, uno specialista in parti del genere e la sfortunata cantante di locali da quattro soldi Sybil Vane, interpretata da una eccezionale Angela Lansbury, che a soli vent'anni lascia il segno anche se appare per una manciata di minuti e a seguire il tormentato e sofferto Dorian Gray di Hurd Hatfield.
Oscar all'elaborata fotografia di Harry Stradling.
Voto: 7.
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