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Birdman

Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film

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La recensione su Birdman

di maso
7 stelle

 

Un Jacques Rivette all'americana con contorno di Hanna e Barbera mentre Truffault veglia su di loro.

 

 Il cielo di Jacques Rivette

 

 

 Il cielo di Inarritu

 

 Bulle Ogier in L'amour fou

 

 

 

 Naomi Watts in Birdman

 

 

 Jean Pierre Kalfon e Bulle Ogier

 

 Birdman versione Hanna & Barbera

 

 Birdman versione Inarritu

 

Questo è Birdman, il supereroe decaduto in teatro a far schifezze non molto alate.

Meno male o purtroppo però quell'uomo uccello che ha vissuto sullo schermo grazie a lui c'è andato sotto e il supereroe alato gli è rimasto dentro per mandarlo fuori a volare di nuovo fra i grattacieli di New York, a combattere creature spara laser tecnologiche.

Dietro però c'è la vita, che è anche teatralità sul palco e intrecci amorosi fra attori e non attori, più veri di un pubblico virtuale che se clicca ti fa volare, di nuovo l'apertura alare incombe dietro le spalle....al cesso......dentro la testa e ti dice che il quarto episodio si poteva fare.....si doveva fare! ….contravvenendo alla legge del Maso, sicuro che il quarto episodio di un uomo in calzamaglia al cinema fa sempre cagare.

C'è tutto un susseguirsi di illusione in Birdman, si fa spesso piacevolmente fatica a capire cosa potrà accadere e Cosa si dice in amore quando si parla d'amore è un insieme unico di fronte del palco e di dietro le quinte con gli attori che intrecciano la loro realtà con il finto sangue del palcoscenico....o quello vero perchè se fai cagare si da un colpo al rullante, uno alla cassa e si fa cascare una luce dal cielo come ai vecchi tempi, ci si sbarazza del cane che ti sta davanti e se ne chiama uno che ci sa fare.

Booom.....ahi.....avanti con quello che divide una vagina con la biondina, tanto io mi faccio la mora e mia moglie non se ne cale.

Birdgirl si che se ne cale e con il partner scomodo che ci sa fare ci va a fare mentre Birdman è ancora in lotta con l'anteprima da inscenare.

Il coreografo spettro Inarritu stacca sei volte e non da fiato ai suoi personaggi inseguiti ovunque, anche nelle mutande, in una continua staffetta fra un attore ed un altro, dall'altro attore al suo ruolo che muta sotto i nostri occhi intrecciandosi continuamente e riportandomi al metacinema della nouvelle vogue francese.

Qui però siamo in America mezzo secolo dopo e questa storia che sembra assorbire molto da un lontano e raro film di Jacques Rivette intitolato L’amor fou trova la sua evoluzione con il personaggio di Hanna e Barbera trasfigurato nel corpo di Michael Keaton che a sua volta ha un passato dall’altra parte della telecamera come uomo alato, magari più pipistrello che uccello ma che comunque ha raggiunto il picco della carriera con quelle ali e poi è tornato ad essere un Riggen qualunque che si arrabatta a far teatro.

La gente però lo vede ancora così, così come lui stesso lo vede e lo sente dentro di se, Birdman è il suo grillo parlante, il suo demone e carceriere, gli conferisce ancora quei poteri che spruzzano il film di surreale e gli danno l’energia per affrontare le problematiche della vita dentro e fuori dal palco oltre alla sua nemica odierna la critica che aleggia sulla play, una play che s’ha da fare a costo della vita, a costo di spararsi in testa, a costo di rimettersi la maschera lasciando tutti con un palmo di naso o meglio lasciandoci un palmo di naso per un gran finale in cui forse c’è nuova gloria, dico forse perché la fine del film è forse la fine di Birdman e di Riggan o forse il loro ritorno al volo, basta aprire la finestra ma questa volta l’effetto speciale che faceva fluttuare Keaton come un taxi sulla quarantaduesima è solo un riflesso negli occhi di Birdgirl /Emma Stone.

C’è tanta farsa in Birdman, si ride e si scimmiotta il mondo dei supereroi in carne ed ossa e corazza come Robert Downey Jr che come un uomo airone svolazza nuovamente fra le superstar supereroi superpremiate dal piccolo schermo al tappeto rosso, si impressionano meduse spiaggiate dalla testa di Malick, si citano echi lynchiani con Naomi Watts attrice andata a male che bacia ancora una mora non smemorata stavolta, si sfottono luoghi comuni del cinema americano che si ostina a nascondere nel fondoschiena del protagonista un passato di violenza patrigna estesa anche alla sorellina…..tutti così sti eroi di Hollywood, ma questa volta è tutto nella faccia tosta di Riggan/Keaton a muso duro su quella di Norton, tutto per poter dire “ANCHE IO SO RECITARE” e senza fame e senza sete e senza ali e senza rete voleremo voi come ai tempi di Birdman, come ai tempi dei Lelouch e dei Truffault dei Rivette e di Margot, tempi in cui il come fare diventava trama e la trama tessuto filmico che mostrava il fare in un corpo unico come quello di Birdman che risulta quindi già visto e novità come il fare mostrato con il come fare e ciò che si è fatto.

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