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American Hustle - L'apparenza inganna

Regia di David O. Russell vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su American Hustle - L'apparenza inganna

di laulilla
6 stelle

E’ ispirato allo scandalo Abscam, ovvero alla storia degli Stati Uniti, questo film del regista David O. Russell, (2013) che fa riferimento al colossale imbroglio ordito dall’FBI alla fine degli anni ’70, per fermare la corruzione dilagante fra gli uomini politici.

 

Il tentativo dell’agenzia investigativa federale era quello di far cadere in una trappola ben congegnata il sindaco italo-americano della città di Camden, nel New Jersey, le cui amicizie politico-affaristiche erano assai discutibili, ma che era molto popolare per l’uso altruistico e disinteressato che egli faceva del denaro che riusciva a ottenere, grazie alle conoscenze malavitose e mafiose che gli venivano dalle sue origini italiane: egli infatti reinvestiva quel denaro in servizi sociali di cui la popolazione diventava beneficiaria, in cambio, naturalmente, di cortesie all’organizzazione criminale.

 

La pellicola ricostruisce con una certa fedeltà lo svolgersi di quei lontani eventi accentuandone l’aspetto grottesco. Per il successo dell’imbroglio, l’FBI, infatti, aveva dovuto a sua volta ricorrere a persone “esperte” in truffe e raggiri, in modo che l’intrigo fosse organizzato bene e non destasse sospetti.

Nel film, dunque, vediamo che un agente, Richie Di Maso (Bradley Coopoer), diventa l’apprendista stregone dell’arte di ingannare il prossimo, mettendosi al servizio dei progetti di un delinquente abituale,Irving Rosenfeld (Christian Bale), truffatore emerito di uno sterminato numero di persone e non incarcerato proprio allo scopo di farlo collaborare con lui, indiscutibilmente meno esperto nell’arte del raggiro.

La cooperazione fra i due, però diventa sempre più difficile, sia per la riluttanza di Richie ad adeguarsi alla volontà di Irving, sia perchè la rivalità fra i due non è circoscritta alla sola gestione “corretta” (si fa per dire) dell’affaire, ma si estende all’amore per la stessa donna, Sidney (Amy Adams), già amante del gangster in licenza premio e ora diventata oggetto di contesa senza esclusione di colpi.

In questo gioco di rivalità sono coinvolti altri personaggi: la moglie di Irving, Rosalyn (la bravissima Jennifer Lawrence), il sindaco Carmine Polito (Jeremy Renner), un sedicente sceicco del petrolio che dovrebbe assumere un ruolo centrale nella corruzione “indotta” e, infine, il vecchio capo mafioso amico di Carmine, la cui breve apparizione non riesce a celare la sorprendente presenza di Robert De Niro.

 

 

 

Un guazzabuglio di personaggi e di situazioni in cui l’inganno passa anche attraverso il travestimento: nessuno è se stesso: tutti si dotano di baffi e barbe posticce, di parrucche e toupet incredibilmente ridicoli o camuffano la loro capigliatura rendendola più o meno riccioluta grazie all’utilizzo di una quantità inverosimile di bigodini di diverse dimensioni, tanto che il bigodino sembra diventare l’emblema stesso del film.

Pellicola ricca di invenzioni e di colpi di scena, grazie ai quali la sua durata eccessiva dovrebbe essere sopportabile, ma la regia punta sul ritmo veloce e sull’esagerazione degli effetti, ciò che annulla l’intento di mantenere viva l’attenzione degli spettatori, nonostante l’impegno e l’affiatamento degli attori.

Sorvolo sulla pessima aggiunta esplicativa ma spoilerante dei titolisti italiani, quasi un'abitudine irrinunciabile, purtroppo.

 

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