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Jane Got a Gun

Regia di Gavin O'Connor vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Jane Got a Gun

di maurizio73
5 stelle

Più che un classico, è ordinaria amministrazione che si gioca le sue carte attraverso l'abile rimescolamento degli ingredienti del genere, tra i campi lunghi di un orizzonte scenografico ben fotografato, una diligente scrittura dei caratteri ed una progressione drammatica che conduce dritto dritto al duello all'O.K. Corral che ti saresti aspettato.

Messa in salvo la sua piccolina, la giovane e bella colona texana Jane Hammond deve difendere la sua casa dall'assedio dei componenti di una banda di malviventi decisi a vendicarsi del tradimento di suo marito, ex loro sodale ed ormai gravemente ferito. Verrà in soccorso della donna il rude e coraggioso Dan Frost, sua vecchia fiamma e con il quale ha un conto in sospeso. Finale pirotecnico.

 

locandina

Jane Got a Gun (2016): locandina

 

Se l'incipit femminista ed i toni crepuscolari di questo western androgino avevano fatto ben sperare sulle impietose derive di una storia di vendette e tradimenti in cui ciascuno dei personaggi principali aveva la sua parte di responsabilità, già dopo la prima mezz'ora di montaggio alternato tra antefatti e stato dell'arte si capisce che prevarranno le smancerie melodrammatiche sulla brutalità della condizione umana nelle lande desolate di una frontiera governata dalla legge del più forte e da un'economia di sussistenza. Più che classico quindi (magari dopo la lezione progressista del western Seventies) il film della coppia O'Connor-Edgerton si rivela ben presto un prodotto di ordinaria amministrazione che si gioca le sue carte attraverso un abile rimescolamento degli ingredienti del genere, tra i campi lunghi di un orizzonte scenografico ben fotografato, una diligente caratterizzazione di personaggi legati tra loro da rapporti di amore e odio ed una progressione drammatica che conduce dritto dritto al prevedibile duello all'O.K. Corral che ti saresti aspettato (forse giusto un attimo un pò più fracassone) con un finale buonista e rappacificato in cui dei cattivi non v'è più traccia ed i buoni possono ripartire, prole al seguito, lungo il più classico degli itinerari West-Coast di una rinnovata fondazione familiare. Insomma come dare l'impressione di arare bene il terreno, utilizzate le sementi migliori e ottenre il raccolto più magro che si riesce a strappare alle brulle sterpaglie del deserto tex-mex. Per carità la storia è carina, i personaggi credibili e le articolazioni della storia ben mascherate da un montaggio che fa la spola tra passato e presente nel tentativo di raccordare ragioni e motivazioni in cui tutti i conti finiscano per tornare, figlie comprese. Bella l'idea di un personaggio femminile indipendente e volitivo che utilizza beltà e intelligenza per scegliere i maschi da portare a letto e quelli con cui fare affari (o entrambe le cose) interpretato da una ex reginetta del Regno di Naboo forse un pò invecchiata ma sempre piacente ed all'occorreza pure letale. Meno bene gli altri personaggi, tutti un pò ordinari e anonimi, tra cui il villain di un irriconoscibile Ewan McGregor che gioca a fare il Daniel Day-Lewis della situazione senza averne la stoffa e soprattutto il carisma; meglio quando faceva Obi-Wan Kenobi. Per un western innovativo e di sostanza guardare alla voce 'The Homesman' del più maturo Tommy Lee Jones. Produzione travagliata (anche se non lo dà a vedere) con una distribuzione nata sotto una cattiva stella. Si spera, ovviamente, nel lieto fine

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