Regia di Jon Watts vedi scheda film
L’approccio al genere horror ormai oscilla tra il trash e la ridondanza continua delle stesse idee. Eli Roth, apprezzato non poco per Hostel prima e The green inferno poi, presta la sua penna a Jon Watts, al suo esordio cinematografico. Nulla da eccepire in riferimento alla sceneggiatura infatti, l’errore grossolano sta’ nel dirigerla quando le idee non sono forse abbastanza chiare. Almeno è quello che dimostra Watts quando inserisce effetti e suoni per far sobbalzare lo spettatore senza un senso effettivo. Ed è un vero peccato che la regia non sia stata capace di raccogliere l’essenza o quantomeno il senso nascosto tra le pieghe del costume da clown che indossa il protagonista, uno spaesato ma piuttosto in gamba Andy Powers; il costume resta forse l’unica cosa davvero inquietante dell’intera pellicola che non riesce a proiettare lo spettatore all’interno dell’ambientazione o, meglio sarebbe, attraverso lo stato d’animo dei protagonisti, unico portatore emozionale. E’ sempre un peccato quando le evidenti potenzialità di una sceneggiatura non vengono sfruttate.
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