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Clown

Regia di Jon Watts vedi scheda film

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La recensione su Clown

di mc 5
8 stelle

Nella multisala dove ho visto questo film ero in compagnia di pochi intimi, mentre nella sala a fianco (pur essendo di pomeriggio feriale) c'era una fila piuttosto lunga (per lo più ragazzine, ma che strano eh??) . E in quell'istante in cui ti strappano il biglietto, mi son sentito orgoglioso di aver evitato il "filmone che tutti corrono a vedere perchè bisogna vederlo per forza". Vabbè son poi opinioni, che a me della saga della Ghiandaia (mi viene sempre da dire della Lavandaia) non mi è mai interessata una cippa. Questo film dev'essere stato prodotto con mezzi ridotti, non ne sono certo ma lo deduco dal fatto che in rete non si trova un relativo sito e nemmeno informazioni sulla soundtrack, insomma nulla. Personalmente frequento il genere horror con una certa puntualità ma devo dire che in tempi recenti non è che abbia avuto in merito grandi soddisfazioni, anche perchè poi -se posso esprimermi liberamente- ne ho le palle piene di case infestate e soprattutto di fottuti esorcismi. Ebbene, questo "Clown", pur senza ricorrere a nulla di inedito, si presenta invece interessante e -tutto sommato- sufficientemente originale. Il regista (Jon Watts) è piuttosto bravo nel far partire il tutto come un telefilm qualunque per poi imprimere quasi subito alla vicenda una direzione seriamente cupa ed ansiogena. Sì, perchè finalmente si fanno i conti con un horror che fa DAVVERO paura. Lo spavento è potente e reale. Probabilmente alla base di questa efficacia c'è un dettaglio che è infallibile nel generare disagio, vale a dire la propensione dello sventurato protagonista per il cannibalismo e in particolare (tenetevi forti) questo mostro si ciba di bambini. Questa deriva crudele è però approcciata con stile, senza cadute di tono troppo truculente (qualcosina c'è ma è più immaginata che mostrata). Adorabile la contestualizzazione. Una famigliola americana che più media non si può. La coppia felice, il bambino e il nonno, tutti contenti, tutti -direi- molto a stelle e strisce. Ma pochi minuti dopo che viene mostrata la fase di preparazione di una festa di compleanno, comincia un incubo che non si sa mica se finisce poi per davvero (secondo me un sequel ci starebbe da dio). Non sto a farla lunga, ma praticamente accade che il papà protagonista cade vittima di una maledizione e subisce una progressiva mutazione in assassino (ovviamente disperato e sofferente) cannibale ferocissimo. Con il piccolo figlio allibito e impaurito e con la giovane moglie ovviamente combattuta tra due atteggiamenti opposti: aiutarlo o sopprimerlo? Niente di straordinario, insomma, ma in ogni caso un horror realizzato con sapienza, senza noia e soprattutto senza far ricorso ad espedienti ridicoli. E poi, come dicevo, la figura di questo clown mostruoso mette veramente paura e induce disagio. Come in molte pellicole americane "furbette" poi, si gioca col vintage, lasciando che questo retrogusto venga spesso sapientemente sfiorato: significativo che nella soundtrack il brano principale sia un classico pop degli anni 60 come "King of clowns" portato al successo da Neil Sedaka. Gli attori sono tutti in parte, in particolare la brava Laura Allen e il navigatissimo caratterista Peter Stormare. E vorrei concludere con quello che viene mostrato nella promozione come una sorta di marchio di fabbrica, vale a dire la produzione di Eli Roth. Io sono da sempre un estimatore del cineasta americano, il cui talento va oltre le efferatezze di "Hostel". Roth infatti -a dispetto del fisico da surfer calforniano- è un amante della storia del cinema in generale. E per capirlo basta vedere il "film nel film" (titolo "Stolz der nation") che Roth ha realizzato all'interno di "Bastardi Senza Gloria" del suo grande amico Quentin Tarantino. E il suo buon gusto anche stavolta non ha fallito, portandolo a produrre un horror che non è un horror qualunque.

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