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Rita, la figlia americana

Regia di Piero Vivarelli vedi scheda film

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La recensione su Rita, la figlia americana

di mm40
2 stelle

Totò e il musicarello: due filoni cinematografici popolari in Italia negli anni '60 e che qui si fondono, con gli esiti prevedibili. Ovvero: un fritto misto senza alcuna anima, con Totò ai minimi sindacali dentro una storia banalissima e di un'innocenza (l'analisi del mondo giovanile a quei tempi era decisamente superficiale e trasudava falsità e luoghi comuni) che oggi fa solamente sorridere. In sceneggiatura, per produrre una simile robetta, si sprecano i nomi - comunque nessuno di particolare rilievo: Corbucci-Grimaldi, il regista, Ugo Moretti, Tito Carpi e Luciano Gregoretti. Si segnala la presenza dei The Rokes di Shel Shapiro e, come curiosità, Umberto D'Orsi (in un ruolo da co-protagonista, una volta tanto: che peccato che si tratti di un simile lavoruccio) doppiato in bolognese.

Sulla trama

Il raffinato Serafino, melomane con il culto per la classica, riceve la visita della figlia adottiva cilena Rita. La ragazzina fa amicizia con i coetanei che suonano rock, cosa che il padre non accetta. Ma Rita riuscirà a trovare il giusto compromesso fra i due mondi musicali.

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