Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Un film simpatico. Si ride e si riconosce un po’ della mentalità italiana degli anni ’50, cui in parte siamo ancora debitori, giocoforza.
Gli aspetti farseschi, e i doppi sensi, la fanno da padroni, specie nella seconda parte. Il protagonista, Peppino, li gestisce con la solita mimica perfetta, innervata di smorfie e rincrescimenti interiori.
Il cast è ottimo, in questo film corale, dove svetta Vittorio Caprioli, fra gli altri. Ma è un peccato la sordina messa a Franca Valeri, e soprattutto a Totò, non pienamente a suo agio se non è protagonista.
Sotto il profilo sociologico, è utile la sottolineatura dell’enfasi eccessiva degli aspetti inerenti alla vita sessuale, così come la sopravvalutazione dello sguardo altrui, che coinvolge vergogna e onore. E’ un affresco sulla vita in città di 60 anni fa, quando la riservatezza e la tranquillità familiare erano cosa rara, e si viveva spesso a contatto con i vicini, volenti o nolenti; e quando, inoltre, le famiglie erano ancora quelle allargate.
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