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Captain America - The Winter Soldier

Regia di Anthony Russo, Joe Russo vedi scheda film

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La recensione su Captain America - The Winter Soldier

di lorenzodg
8 stelle

Captain America: The Winter Soldier” (id., 2014) è il terzo lungometraggio dei due fratelli registi-produttori  dell’Ohio Anthony e Joe Russo.
    Torna ‘Captain America’ nel sequel del 2011 con cambio di regia e aggiunta di personaggi con motori di celluloide di incazzatura mondiale.
    Tutto in un plico di muscoli ordinari e di fantasmi topici del fumetto della Marvel che respira se stessa e aspira al culmine del godibile con fracassi, minime sollecitazioni, empatie discusse e fiducia allo stato zero. Quasi ordinario e molto di straordinario in virulenti escaltion di giochi strafaiti, di bugie schizzofreniche, di spinte pazzoidi, di sani pettorali vanitosi, di corse per andare a sinistra e di fughe per non farsi sorpassare. E’ il footing attorno al National Mall, dove l’obelisco del W.M. echeggia lo spirito del Captain che prima di mettersi ancora in azione scuce ogni linea di confine, allinea lo spettatore tra lo spirito teatrale della storia passato e la battaglia furente del clima di un Campidoglio che sorveglia. Linea tra chiarori notturni e incontri segreti di un segretario che il potere alza con un ascensore verso il mondo (must-favoloso). Ecco che lo spionaggio sconsiderato, irreale, turbolento, mastino, silenzioso e partorizzante arriva ad un filo di voce che si emette prima di un  ultimo respiro (della ‘strategia’) da nascondere. Lo S.H.I.E.L.D. di Nick Fury traballa in alto, si spinge nel ventre e bandisce lo scudo del Capitano che si cela in un patto ardimentoso con Falcon che s’avvinghia su ali mai dome e argutamente duplica e sdoppia la sua forza sull’uomo Steve che si veste come conviene in una battaglia all’ultimo salto.
    Sono Scattanti, Hidrogenici Hintensi, Invettivi Incazzati, Eleganti Elicoidali Leggendari Lucevolanti, Distruttivi Debordanti.
    Lo S.H.I.E.L.D. is Strategic Hazard Intervention, Espionage and Logistics Directorate. Ma vuoi dire tu che vivacchi sulla superficie strisciando senza presagire scherzo del destine e spie mondiali neanche fossimo in talpa rinchiusi mentre la guerra fredda sembra rivivere (basta non scherzare più) e scombussalare I piani irriverenti di tutti I capi mentre il Segretario Pierce s’erge sopra tutti con riunioni super virtuali e bocca dimessa (mai fidarsi poi) in un aperitivo di vittoria (se vi pare di dirlo è meglio non dirlo perché una pallottola partita non per caso può ardimentare il gioco che finisce sul più bello). E sé che uno attende ciò che vuoi che succeda. Mentre l’HYDRA scade dopo il titolo e si gusta il finale dopo le code e i nomi in codice e la musica roboante chiude il tutto forsennatamente.
    E che dire quando il gusto ti prende con effetti a tutto gas e specialissime digitalizzazioni che percorrono il tempo e vanno sopra ogni dismisura di chi si spaventa con poco come non mai zittisce qualsiasi fracasso che tanto basta non pensarci perché le immagini a tutto schermo sprizzano bontà di ogni sorta e contusioni metal-corporeee da far chiudere gli occhi per troppa abbondanza. E’ il fiorire dell’effetto speciale che ti rincitrullisce senza scusanti e rincoglionisce qualsiasi sogno figurarsi l’encomio massimo di un’esercitazione in battaglia coninua dove il Captain si sfoga a più non posso mentre Falcon è sempre lì senza mai lasciare la Vedova Nera che non disdegna un colpo e spara con dileggio e forza contro finti amici e nemici acerrimi. Ecco i ‘cattivi’ sono facilmente riconoscibili, vero Steve…tanto lo scudo è sempre con te!
    Mentre Alexander Pierce è immobile dentro gli alti-piani come schermo piatto di un passato da (av)venire con un labbro già (in)ferito con pulsioni negli occhi (dietro occhiali da doppiopetto) fino a quando il corpo gli dava ragione nel via vai continuo per (s)fuggire sempre e mai fermarsi nei tempi (di armonia filmica) in cui l’America spingeva forte dopo il sogno perché il quarto è già oggi (nei tre vetusti passati al Condor). E fin quando il bellimbusto indagava sembra di essere ancora nel Gate di sempre mentre non t’avvedi che il cuore si ferma per l’ultimo ciak sul pavimento in un spruzzo di sague (e la morte richiama il destino del bellissimo che di un’epoca fu il re del political anti-sommossa).
    E in una serata tranquilla c’è da divertirsi come forse non pensavi e per di più con schermo intero che lasci il fiato in gola per una sfilata sconsiderata di balli e rumori come non mai sopportabilissimi! E il vento Marvel s’abbatte su ogni cartoon modernizzato mentre ilo Capitano per un’altra avventura (che pare non ci lascerà a secco) che per quando non è ancora in data ma di cui troverà un posto libero sicuramente (per sedersi e abbandonarsi).
    Prima di chiudere ogni discorso è lecito richiamare i personaggi incontrati: Chris Evans (Steve/Rogers/Captain America), ben lucidato e in forma, scattante e impulsivo (appesantito a suo dire da una ‘buona colazione’ mentre viene ripreso in caduta dall’amico Falcon); Scarlett Johansson (Natasha(Vedova Nera): in stato ideale per gustasrsela senza rimproveri e con bacio minimo sempre nel posto che cercavi, suadente e terribilmente…donna; Sebastian Stan (Bucky/Winter Soldier), il nemico che conosco con una spalmata di cattiveria e un sano gusto di vivo combattimento; Anthony Mackie (Sam/Falcon): bello essere in due per salvare chi è in pericolo con una carrozzeria ben progettata e un occhio lucido (oliato) per bene; Samuel L. Jackson (Nick Fury), occhio bendato, polso duro e sicurezza mai spuntata (perchè mai darlo per morto); Robert Redford (Alexander Pierce), segretario di lunga data, pare lì ad osservarcoi dopo una lunghissima fuga e la stanchezza fa brutti scherzi, non gli par vero ma l’arguzia è ancora dentro il (vero) sogno americano (oramai finito nel cartoon modernizzato).
    Meriti e demeriti in un fulgore di effetti speciali e in una regia (dei fratelli Russo) forse troppo asservita alla causa ma certamente non casualmente banale. L’intrattenimento sagace rende plauso alla Marvel. Ps. Non si notano eccessi nel linguaggio (sempre per tutti da assecondare bambini e non) e in un doppiaggio (si spera veritiero) si contano meno di un palmo di mano le ‘classiche’ parolacce.
     Voto: 7 (non par vero per il 'Captain' ma ci vogliono le mezze stellette).

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