Regia di Claudio Amendola vedi scheda film
La mossa del pinguino (2013): locandina
Il precario Bruno, il fancazzista Neno, il rassegnato Ottavio e il mediocre Salvatore vivono vite sociali da semi-emarginati. Di loro il solo Bruno ha una relazione stabile ed apparentemente soddisfacente, con Eva. L’irresponsabilità di Bruno coinvolge gli altri a gettarsi a capofitto nell’impresa di creare una squadra di curling per andare alle Olimpiadi, con conseguenze solo apparentemente disastrose.
Commedia leggera, dai tratti gentili, completamente calata nell’attualità, con personaggi credibili e una storia ben architettata. Nonostante ci sia qualcosa di già visto e molto sia piuttosto scontato, i toni usati ne “La mossa del pinguino” non consentono di archiviarla semplicisticamente come una commedia immatura. Seppur la regia di Claudio Amendola nulla tolga e nulla aggiunga alla (sbrigativa) sceneggiatura, è indubbio che con questo film (e col contemporaneo “Smetto quando voglio”) si posino le basi per un nuovo modo di fare commedia nel nostro Paese. Il cast funziona bene , ed è insolito che le parti drammatiche, che fanno da contraltare alla brillantezza sostanziale dell’operazione, siano quelle che funzionano meglio (si pensi all’Inaudi che attende in cucina l’arrivo dell’irresponsabile marito, oppure a Sergio Fiorentini sulla panchina di notte o riverso sull’asfalto). È solo la prima tappa di un processo di rinnovamento auspicabile e pieno di speranza che pone nella stessa sostanziale formula le basi per ritornare ai plot ed alle caratterizzazioni, ma soprattutto alle storie più vere e verosimili di un tempo. Quelle che in fondo hanno fatto la fortuna del nostro cinema e che hanno fatto grande il genere commedia in Italia.
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