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Reds

Regia di Warren Beatty vedi scheda film

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La recensione su Reds

di emmepi8
8 stelle

 
Una storia ed un film a cui Beatty ha pensato fin dagli inizi della sua carriera nei primi anni '60,e potremo oggi pensare quanto sia stato difficile anche solo concepire un pensiero come questo in quegli anni. La scrittura del film fu molto laboriosa e l'attore si convinse ad avvicinarsi a Trevor Griffiths esperto della materia come studioso, oltre che drammaturgo di una linea particolare in Inghilterra; passarono diversi mesi per terminarla e Beatty si rivolse all'amica ed esperta sceneggiatrice, attrice e regista Elaine May per avere una revisione più esperta e distaccata dal punto di vista cinematografico. Singolarmente l'attore non avrebbe voluto essere il protagonista del film, non giustificando il suo passato con il ruolo proposto, ma alla fine,anche per motivi economici la scelta fu la sua stessa. Con la Keaton aveva in corso un storia sentimentale, che durante la lavorazione fu fortemente messa in crisi e conclusa, viste le puntigliosità del regista attore, che non permettevano deroghe. Il film fu risolto in maniera coraggiosa ed efficace e vederlo oggi ce ne rendiamo conto ancora di più; la storia e la crescita della coscienza politica va di pari passo con la love story, e tutto riesce ad appassionare nella maniera giusta e mettere sul piatto i vari momenti di criticità sia politica che di coppia; un menage che ha vissuto i tempi gloriosi dell'anticonformismo degli anni che hanno cavalcato la grande guerra e l'hanno superata, portando come strumento di coro greco un gruppo di testimoni che parlano dei protagonisti avendoli conosciuti di persona e delle enormi situazioni storiche che li ha visti testimoni. Non era per niente facile fare una storia su un personaggio come Reed, giornalista idealista da sempre ed anche testimone di presenza unica della rivoluzione in Russia nel 1917; fa impressione in un film di produzione americana sentire la coralità dell'Internazionale in lingua russa, il coinvolgimento viscerale e sentirlo da un popolo che raggiunge il mondo intero e per cui il capitalismo dei governi occidentali avrà una reazione senza freni, minando nel profondo un movimento così pericoloso, ma che alla fine l'involuzione della dittatura minerà alla base stessa dei concetti espressi con la Rivoluzione, e lo stesso Reed ne sarà una vittima, anche se sarà l'unico americano ad essere sepolto al Cremlino. Il pensiero individuale non può essere tradotto e trasmesso per la pericolosità che può esercitare, anche se in fondo la rivoluzione si era basata proprio sulla difesa dell'individuo e del suo pensiero personale, un concetto espresso da Beatty nel prefinale e che rimane l'emblema del film e della delusione di una rivoluzione che perde i suoi principi per una questione di potere e di rinuncia all'ideale.

Alla serata degli Oscar ne raccolse tre e forse se lo aspettavano in pochi vista al situazione politica americana

Sulla trama

storia e sentimenti ben amalgati, cinematograficamente perlando

Su Warren Beatty

Un incoronazione necessaria e meritat di regista

Su Warren Beatty

bel personnaggio con tutte le sue debolezze

Su Diane Keaton

Appassionata, femminista, ottima attrice

Su Jack Nicholson

personagbhgio di alto, ma sempre efficace

Su Maureen Stapleton

Nel ruolo di Emma, una prova che supera sé stessa

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