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La recluta

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su La recluta

di Maciknight
6 stelle

Clint Eastwood in questo film cerca di appagare il pubblico fornendo spazio ad ogni forma di spettacolarizzazione ed inventiva per rendere il film dinamico e divertente, pur nella durezza della trama, ma per farlo riduce ai minimi termini la credibilità della narrazione e forza parecchio la mano lasciandosi sfuggire qualche leggerezza di troppo

Clint Eastwood in questo film cerca di appagare il pubblico fornendo spazio ad ogni forma di spettacolarizzazione ed inventiva per rendere il film dinamico e divertente, pur nella durezza della trama, ma per farlo riduce ai minimi termini la credibilità della narrazione e forza parecchio la mano lasciandosi sfuggire anche qualche leggerezza ed incongruenza di troppo, lesiva del suo stile di solito attento e meticoloso. Ma in questo caso siamo in un periodo di transizione, cronologicamente a fine anni ’80, negli anni precedenti i film del genere erano abbastanza alla buona, i cliché sempre gli stessi e le scene di azione piuttosto approssimative, salvo eccezioni, per cui questo risulterebbe addirittura di qualità medio alta. In seguito dagli anni ’90 in poi ci si è dedicati con maggior cura al genere poliziesco, a parte le idee valide ed originali che scarseggiano sempre, ma gli autori si sono maggiormente documentati, hanno migliorato le consulenze, e soprattutto la tecnologia ha fornito maggiori mezzi per rendere più credibili le scene d’azione. Visto con gli occhi smaliziati del secondo decennio degli anni 2000 questa pellicola risulta datata. Pur riconoscendo qualche merito al buon Clint che si sforza di risultare simpatico, è evidente che si è divertito con un suo giocattolo cinematografico di indubbie motivazioni commerciali, con le sue caricature che lo hanno reso famoso, ma ci sono alcuni “ingredienti” meno digeribili, come una Sonia Braga nell’ormai usurato ruolo di femmina psicopatica, che avrà pure una bellezza felina e movimenti flessuosi e sensuali, ma che come donna d’azione e nell’imbracciare ed utilizzare un’arma siamo a livelli ridicoli se non patetici, credibilità nulla. Ma lo scopo forse era ben altro, vista la famosa scena di eros tra lei ed il protagonista nonché regista (a parte i dialoghi, che andrebbero riscritti). Sorvoliamo poi su alcuni inseguimenti e scontri a fuoco, compreso quello finale nell’aeroporto, in cui il realismo stava in altre dimensioni parallele. Soprattutto per chi si intende minimamente di armi, occorreva spiegare loro che quando un proiettile di grosso calibro colpisce la fronte non lascia un buchetto da 22 short o 6,35 mm, ma forse hanno prevalso esigenze di non turbamento del pubblico, essendo in fondo un film per famiglie e quindi nonostante la violenza comportamentale, di sangue se ne vede poco. Abbastanza ridicolo il comportamento attribuito alla Polizia nella scena del rapimento di Clint e della gestione del riscatto, roba da oratorio domenicale o campo scouts. Il soggetto non sarebbe stato male se meglio realizzato a partire da un casting più accurato. Film da sufficienza stentata, se non fosse per alcune scene d’azione veramente efficaci e di forte impatto emotivo e visivo per l’epoca che lo rendono comunque accettabile e godibile, ma non è certo l’opera migliore di Eastwood.

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