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Gallowwalkers

Regia di Andrew Goth vedi scheda film

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La recensione su Gallowwalkers

di gerkota
2 stelle

Disastroso tentativo di commistione di generi. In questo Gallowwalkers del quasi sconosciuto regista e attore Andrew Goth (unico film menzionabile, oltre a due autentici flop, è l’inqualificabile Everybody Loves Sunshine - Tutti amano il tramonto, del 1999) l'ambizione della sceneggiatura (dello stesso Andrew Goth con Joanne Reay) era probabilmente di far convivere western, horror, splatter, oltretomba con zombie annessi – più chissà quant’altro ancora - e pretendere di metterci anche un po' di citazioni di Sergio Leone. Risultato inaccettabile. Il film comincia a fare acqua da tutte le parti dopo appena una decina di minuti. Alla prima testa mozzata già si intuisce che sarà il non-senso a farla da padrone. Ma il punto più basso l'opera (si fa per dire) lo tocca con la comparsa della setta satanica e dei morti viventi. Di una specie di killer con cinturone e senza pelle, muscoli e tendini in bella mostra, che uccide dei poveretti per poi coprirsi con la loro epidermide corredata di capelli, sopracciglia e via dicendo. Chi ama il cinema è esperto nell’accettare anche la premessa più assurda ma è evidente che lo svolgimento della vicenda, per essere preso in una benché minima considerazione, debba poi avere una sua credibilità e saper coinvolgere e soprattutto convincere anche solo un pochettino lo spettatore. A far le spese di questo papocchio prodotto da Usa e Regno Unito è il povero Wesley Snipes (lunga carriera alle spalle e molto efficace nel riuscitissimo Brooklyn's Finest – 2009 - di Antoine Fuqua), imprigionato in un ruolo da pistolero maledetto (nel vero senso della parola), mono-espressivo, con un ghigno ebete e un abbigliamento che nemmeno al circo. Per il resto non ci mettono di certo una pezza degli amatoriali, dilettanteschi compagni di cast. Lo stesso mestierante Patrick Bergin (da ricordare per A letto con il nemico del lontano 1991, con al fianco una efficace e già lanciata Julia Roberts) ci fa una figura barbina per come è utilizzato in un ruolo senza peso e involontariamente comico. A salvarsi sono solo, a tratti, la fotografia (Henner Hofmann) e alcuni effetti sonori: cigolii di girandole per il vento, gocciolii e ronzii di mosche, di quelli insomma che nel genere far west non guastano. Anche qui tutto rubacchiato dal grande Leone. Davvero molto difficile arrivare ai titoli di coda. Inguardabile. Voto 2.

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