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White Bird

Regia di Gregg Araki vedi scheda film

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La recensione su White Bird

di zombi
6 stelle

un'adolescente e poi una giovane donna, deve fare i conti prima con la presenza fastidiosa della propria madre e poi con la sua devastante quanto inspiegabile sparizione. per kat il matrimonio dei genitori è la quintessenza del fallimento opprimente e noioso della vita da "grandi". kat vede il padre come un mollusco senza palle asservito alla splendida moglie, donna profondamente insoddisfatta. ma già kat ha un assaggio di ciò che ha davanti agli occhi tutti i giorni neanche fosse uno di quei tanti, orribili e inutili filmacci per la televisione, grazie alla relazione col ragazzo della porta di fronte. scuse continue per non scopare e bacetti sulla fronte come due ottuagenari, al festeggiamento delle nozze di "diamante"!!! vita routinaria in un piccolo centro in attesa di andarsene "ovunque", sparlottando con i due amici per la pelle; un'obesa di colore e un frocetto meticcio tinto male. araki è bravo a spennellare un ritratto di provincia come tanti, senza guizzi, che si trascina strascicando le scarpe in terra, fino a quando non ti accorgi che forse la minigonna non te la puoi più permettere, a meno che non voglia dare l'impressione di essere una di quelle annoiate pluriquarantenni in cerca di quel qualcosa che si stanno dimenticando di avere avuto un pò di tempo fa. si respira anche il gusto cheap di quei canali che campano sulle drammatizzazioni dei più sciapi omicidi di quartiere, dove gli amanti di turno massacrano sguaiatamente la moglie o il marito di turno, sperando in chissà che cosa, chissà dove. omicidi che non si possono permettere nemmeno l'aggettivo turpe, talmente sono squallidi, persi nei meandri mentali di pelli tatuate a metri quadri e occhi che hanno perso la speranza dei ragazzi a scuola mantenendo quella di pelli rovinate dall'acne e perennemente circondati da capelli unti. la storia dell'uccello bianco nel bel mezzo di una tormenta di neve e di vento polare, è questa; credo. la sensazione di sconfitta di un uomo e una donna. "SE GRATTI SOTTO LA SUPERFICIE, SOTTO C'E' DELL'ALTRA SUPERFICIE", è una sorta di ripetizione all'infinito degli stessi errori accorgendoti di avere fatto esattamente gli stessi errori, solo quado li hai già ripetuti. dev'essere spaventoso sapere che se anche tu avessi la possibilità di tornare indietro, rifaresti ciò per cui hai chiesto di tornare indietro  e rimediare. sono novanta minuti ben utilizzati, in un andamento quasi tutto uguale e lento. in cui si ha il tempo di rendersi conto di come il tempo quando lo stai sprecando, sia terribilmente lento. shaileen woodley oltre ad essere una donna bellissima con delle gambe strepitose è brava a reggere sulle spalle il peso che si porta dietro il suo personaggio. eva green, fa eva green e viene il sospetto che araki l'abbia scritturata proprio per quello, ma basta la scena in cui il marito le chiede di passarle il burro, che ti rendi conto come un'espressione di disgusto degna di una commedia godereccia con la fenech e banfi, nelle sue mani sapienti valga la visione. ben ritrovato anche christopher meloni, corpo ingombrante un pò fuori forma, perfettamente nel ruolo. ottima il mix musicale coi cocteau twins in testa, bene accompagnati da new order e depeche mode tra gli altri.

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