Regia di Barry Levinson vedi scheda film
Charlie, venditore di auto di lusso e debitore, viene a conoscienza che il padre morto gli ha lasciato, dietro testamento, il compito di amministrare i soldi di suo fratello colpito da una grave forma di autismo. Inizialmente Charlie non crede ai suoi occhi di ciò che ha fatto il padre dato che ritiene, infondatamente, che il fratello non sia in grado di intendere e di volere ma dopo diversi momenti scoprirà che il fratello non è così incapace come sembra. Chi soffre di autismo, come il sottoscritto, probabilmente comprende maggiormente questa mentalità e devo dire che Dustin Hoffman recita abbastanza bene il ruolo affidatogli. Il film lancia questo messaggio: l'autismo non è una malattia ma nell'essere umano caratterizzato da questo essere si riscontra un'alta percentuale di sensibilità in confronto agli altri. Purtroppo ci sono ancora persone che, ingiustamente, si vergognano di queste persone emarginandole e prendendole in giro non sapendo che sono individui come tutti gli altri. Premiato con 4 oscar per il miglior film, attore e sceneggiatura. Da vedere. Voto 8
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