Regia di Barry Levinson vedi scheda film
Scadente anche l'interpretazione di Dustin Hoffman, che altrove mi piace, e quella di Cruise, molto apprezzate ma eccessive e gratuite. Molto modesto, fastidioso per l'evidente interesse commerciale, peraltro efficace a una prima visione. Se la prima volta piace, la seconda, anche a distanza di anni, annoia e infastidisce. Le cose peggiori sono proprio quelle che si ricordano (come è ovvio quando l'autore cerca il successo), forzature nel dialogo e nelle inverosimili caratteristiche autistiche, come la prontezza nel calcolo matematico o nel dire l'esatto numero di stuzzicadenti caduti a terra (molte decine) o nella capacità di sbancare il casinò, presentate come abilità matematiche, o la battuta ripetuta su "Chi" (nell'originale "Who", più verosimile ma altrettanto scema) giocatore di baseball o quella sul bacio "umido". Gratuita la conversione finale del fratello, per la commozione del pubblico e la gioia del botteghino; ancor di più il ritorno della ragazza e il suo incontro "umido" in ascensore. Efficace, se pur nei modi da fumettone, l'episodio centrale, il ricordo dell'"uomo della pioggia" scatenato dall'acqua calda che scroscia nella vasca da bagno. Ancor più smaccatamente commerciale del precedente Good Mornig, Vietnam, ma forse per questo premiato con molti immeritati oscar.
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