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Blue Jasmine

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Blue Jasmine

di chinaski
8 stelle

Jasmine è un’ennesima vittima della propria irrazionale e incontrollata femminilità, il suo essere donna si misura nei rapporti che riesce a creare con gli uomini e nell’ostentazione del suo status sociale, ottenuto tramite un matrimonio con una persona molto ricca. Quando vengono a mancare i suoi appigli con il mondo (illusorio) che si era creata, Jasmine crolla, precipita nel proprio abisso interiore, un mondo vuoto, pieno di arcane paure che la donna cerca di controllare con dosi massicce di vodka e xanax, senza riuscire a tenere, però, le redini delle proprie emozioni. Nell’ultimo film di Woody Allen, pessimista e cinico, i rapporti umani escono fuori in tutta la loro intollerabile fragilità, il gioco degli accoppiamenti, ancora ripetuto da persone adulte, che ingabbiate in una coppia o in un matrimonio continuano a cercare vie di fuga, inventandosi tradimenti e nuovi impossibili storie. La vita di Jasmine si trasforma così in un susseguirsi di psicosi e paranoie, allucinazioni del passato che irrompono direttamente nel presente e che Allen fa diventare parti integranti della narrazione, senza interruzioni temporali, passando dai mondi dei ricordi a quelli caotici del qui ed ora. Ma dove si trova esattamente Jasmine? In un limbo emotivo, alterato dagli psicofarmaci ingurgitati con l’alcol, si trova tra le rovine dell’esistenza e i pezzi non si possono più rimettere insieme anche perché il quadro che ne riuscirebbe fuori sarebbe devastante: tradimenti, truffe, furti, immoralità, vuoto. Eppure Jasmine ricerca nuovamente tutto questo, si accanisce e si rinchiude nella sua ostentata quanto inconsistente superiorità, racconta fantasie alle sua mente per nascondersi la realtà e in questo teatro di amori ridicoli anche gli uomini vengono massacrati: infantili, fragili, meschini.
Il jazz accompagna con il suo ritmo sincopato la giostra degli incontri e degli addii, Allen si concede qualche facile soluzione nella sceneggiatura ma rimane inflessibile nell’angosciante devastazione della vita e dell’anima di una donna, che privata delle sue apparenze non trova nulla di meglio da fare che continuare a crearsene di nuove.

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