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I racconti del terrore

Regia di Roger Corman vedi scheda film

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La recensione su I racconti del terrore

di cheftony
6 stelle

Horror a tre episodi del grande Roger Corman, che segue la linea che lo vedeva girare trasposizioni cinematografiche dei racconti di Edgar Allan Poe, coinvolgendo spesso come protagonista Vincent Price. I racconti del terrore, per contro, pur non facendo eccezione ed ispirandosi ad almeno due dei migliori racconti brevi del visionario scrittore, stravolge le trame e inficia in parte le aspettative di chi, come me, avrebbe apprezzato particolarmente vedere una fedele attinenza almeno per quanto riguarda Testimonianza sul caso del signor Valdemar, sicuramente uno dei più belli e suggestivi racconti di Poe. Ovviamente la critica si ferma qui, perché I racconti del terrore è girato con abilità, interpretato da sicurezze come Vincent Price, Peter Lorre e Basil Rathbone, mostra anche notevoli sprazzi di ironia nel secondo episodio e, alla fin fine, ne risulta un film gradevolmente nella media, con belle atmosfere ottocentesche, senza sbavature (trame a parte) e senza picchi.

· Morella: è il primo episodio, il più breve e anche il più deludente. Una giovane visita il padre mai visto in vita sua, estraniatosi dopo la morte di parto della moglie Morella, il cui corpo è conservato nel castello. Padre e figlia si riconciliano, ma la defunta Morella, che in punto di morte attribuì la colpa proprio alla neonata, non è d'accordo...

· Il gatto nero: l'episodio più lungo e più brillante, con un notevole Peter Lorre a vestire i panni dell'ubriacone spiantato Montresor, che, dopo aver sfidato un famoso sommelier solo per trincare qualche goccetto in più, si trova a dover fare i conti della tresca fra la giovane moglie e il sommelier Fortunato, mentre il proprio odiato gatto (nero, of course) gli mette i bastoni fra le ruote. La trama è un chiaro miscuglio, neanche tanto mal riuscito, de Il gatto nero e Il barile di Amontillado, altro racconto di Poe che prevede una bella muratura in vivo...

· Testimonianza sul caso del signor Valdemar: il mesmerismo è stato una pratica pseudo-medico-scientifica ideata da Franz Anton Mesmer, il quale teorizzava l'esistenza di un fluido vitale nel nostro corpo che sarebbe andato di pari passo con la forza magnetica. Perciò, costui applicava calamite ai malati e recitava strane formule per alleviare il loro dolore, col risultato che alcuni, effettivamente, non sentivano più male per le capacità di suggestione che Mesmer provocava loro. Cialtronescamente anticipatore del moderno ipnotismo, il mesmerismo ossessionò Edgar Allan Poe, che ne fece il protagonista di questo racconto, in parte modificato da Corman e da Matheson in fase di sceneggiatura.
Il signor Valdemar, gravemente malato, concorda col dottor Carmichael di effettuare pratiche mesmeriche sul proprio corpo in punto di morte, per osservare di quanto si può effettivamente ritardare l'esatto momento della dipartita. La moglie e il dottore personale di Valdemar si oppongono, mentre Carmichael avanza pretese di matrimonio sulla futura vedova; ma Valdemar non reagisce bene all'esperimento...

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