Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Un western meglio degli altri, giusto perché c’è un po’ della doverosa critica sociale, trattandosi della rivoluzione messicana e quindi delle secolari ruberie dei nobili.
Come film di genere è ottimo: Damiani è una garanzia. A me però il genere western non piace, con tutti quei morti ammazzati nell’indifferenza, senza il minimo senso morale né spunto per la riflessione, come se i duri dovessero fare per forza così, tirare avanti a campare in mezzo alla tristezza. Un genere stupido, infatti l’unico squisitamente americano, dove non si può che peggiorare come artista, come accade a un Gian Maria Volontè (di solito eccelso), che qui parla uno spagnolo da ubriacone, con inflessioni un po’ venete e un po’ lombarde
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